| | | | | La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme € 11.40€ 12.00 Risparmi: € 0.60 (5%) Spedizione GRATUITAsopra € 25 Disponibilità immediata solo 3 pz.Ordina entro 19 ore e 12 minuti e scegli spedizione espressa per riceverlo martedì 2 marzo. Scopri come ![]() e ritira quando vuoiScopri come ![]() ![]() La banalità del male. Eichmann a Gerusalemmedi Hannah Arendt
![]() Descrizione del libroOtto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell'11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il "New Yorker", sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt "banale", e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.Acquistali insieme
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Recensioni degli utentiScrivi una nuova recensione su La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme e condividi la tua opinione con altri utenti. Voto medio del prodotto: ![]() di D. Sergio - leggi tutte le sue recensioniNon posso dire nulla. Questi libri sono stati ordinati per regali. Pertanto non sono stati letti dal sottoscritto. Alla prossima occasione Buonasera Ritieni utile questa recensione? SI NO ![]() di G. Sergio - leggi tutte le sue recensioniEssendo già un ragazzino di 10 anni quando venne catturato ricordo la bagarre che ci fu intorno al personaggio di Eichmann, ma senza comprendere il perché e le motivazioni. Con l'età ho approfondito l'argomento da tutti i punti di vista traendone le mie conclusioni, ma questo libro è la ricostruzione della giornalista che ha seguito il processo e delle sue osservazioni sulla bestia del nazista incriminato. Non un genio del male, ma un anonimo impiegato della Morte. Un libro da possedere. ![]() di V. Stefania - leggi tutte le sue recensioniArendt, scrittrice affermata, descrive con occhio "non di parte" il periodo del nazismo. Un punto di vista non politicamente corrotto che tenta di fare un'analisi molto critica di quel periodo senza scadere nel falso moralismo. Chiaramente è una forte critica al nazismo ed agli assurdi omicidi e stragi commesse in suo nome, ma fatta da un punto di vista nuovo. ![]() di R. Carmela - leggi tutte le sue recensioniUn bellissimo saggio che descrive in modo chiaro come siano avvenuti la deportazione e lo sterminio degli ebrei. La narrazione segue lo svolgersi del processo e i dietro le quinte, sottolineando la falsità. La Arendt riesce a non annoiare mai il lettore nonostante la pesantezza dell'argomento. ![]() di B. Giulia - leggi tutte le sue recensioniIl testo non è di facile lettura per la natura dei contenuti. Si presenta infatti come una lucida analisi del nazismo partendo dalla figura di Eichmann, un uomo descritto come affatto potente, anzi piuttosto mediocre, senza abilità particolari, privo di carisma. Eppure il male può trovarsi anche lì, nella mediocrità, nella banalità, ed è questo che spaventa. Da leggere con grande consapevolezza. ![]() di C. Angela - leggi tutte le sue recensioniÈ una lucida analisi del processo ad Eichmann che viene trattato dal punto di vista giuridico senza badare alla razza colpita. Tutto ciò nonostante lei fosse ebrea e costretta a fuggire dall'Europa a causa delle leggi razziali. Analizza il processo senza pregiudizi nei confronti di Eichmann. ![]() di T. Erika - leggi tutte le sue recensioniÈ un saggio intenso e pieno di contenuti. Naturalmente va letto con la mente ben predisposta perché è un vero pugno nello stomaco e nella mente. Il tutto con una scrittura semplice e coerente con l'argomento. Lettura immancabile. ![]() di B. Davide - leggi tutte le sue recensioniMai nessuno come Hannah Arendt ha avuto la capacità di descrivere il nazismo e i nazisti con lo stesso disincanto lucido della filosofa. Il libro è filosofico solo in maniera molto intrinseca, bisogna leggere tra le righe dei fatti narrati per comprendere ciò che Arendt vuole comunicare: il male, un elemento che l'uomo ha sempre attribuito esclusivamente a esseri demoniaci, psicopatici e deviati, in realtà viene smascherato, messo a nudo; esso si nasconde infatti dietro a persone che per dirla con la filosofa sono 'terribilmente normali', banali appunto. Un libro che ci mette di fronte alla responsabilità di ciò che facciamo, di ciò che pensiamo, poichè dobbiamo ricordarci un monito la cui eco rintoccherà sempre nelle nostre coscienze: i nazisti non sono mostri, ma carnefici che SI assomigliano e CI assomigliano. ![]() di L. Mara - leggi tutte le sue recensioniE' un libro non di facile accesso: una persona approcciandosi alla Arendt ha 2 alternative, o terminarne le opere faticosamente oppure lasciarle interrotte. Se quest'opera viene letta come scritta dalla corrispondente del The New Yorker inviata a Gerusalemme in qualità di giornalista, ecco l'opera stessa va fuori tema. In realtà, si colloca come ceppo finale di una serie di testi della filosofa stessa, massima esperta dell'età dei totalitarismi. Non aspettatevi un testo facile, dunque. ![]() di C. Adele Maria Rosa - leggi tutte le sue recensioniUna cronaca senza fronzoli di un processo ad un gerarca nazista, analizzata con capacità straordinaria dalla scrittrice-giornalista, che ci narra di un male terribile nato da una burocrazia malata, composta da uomini stupidi e pure ignoranti. La riflessione più importante e sconvolgente è la banalità con cui l'orrore è stato studiato e la drammatica sottomissione degli ebrei. Una tragedia umana che per mancanza di senso non lascia nessun appiglio al lettore. ![]() di S. LUIGI - leggi tutte le sue recensioniSi fa fatica ad attraversare le dense pagine di questo libro, a mezza strada tra reportage giornalistico, testo storico e riflessione filosofica sui principi giuridici. Dirò solo che ho personalmente apprezzato moltissimo in quest'opera, più ancora del reportage da cui emerge la 'banalità maligna' del ridicolo e perfetto burocrate dello sterminio, le pungenti, intelligenti, giuste, stimolanti osservazioni dell'autrice sull'essenza della giustizia. Per questo forse mi sono goduta tantissimo, dopo la lettura del libro vero e proprio, la stupenda appendice, vera chiusura in gloria di uno dei libri che chiunque dovrebbe leggere prima di morire Certo la Arendt ne ha per tutti (ma proprio per tutti, forse persino per noi che non c'eravamo! ) , ma sempre con estrema intelligenza, freddezza e ciglio asciutto. ![]() di P. Matteo - leggi tutte le sue recensioniEccellente libro della filosofa tedesca Hannah Arendt, che scrive di argomenti che conosce personalmente: emigrata dalla Germania a ventisette anni a causa delle leggi razziali, si ritrova inviata dal New Yorker, quasi trent'anni dopo, a Gerusalemme per assistere al processo del nazista Adolf Eichmann. Il titolo è un ottimo riassunto di ciò che emerge nel processo: "la banalità del male", Eichmann è desolantemente banale. ![]() di Z. Chiara - leggi tutte le sue recensioniLa Arendt ci narra con una lucidità ineguagliabile questo processo e tutte le atroci verità che questi aveva sollevato e reso pubbliche. Mi ha colpito come, a differenza di tanti altri libri sulla deportazione e il genocidio degli ebrei in cui vi sono racconti accorati e pieni di dolore, lei riesca a raccontare un evento che tanto l'ha toccata (essendo ebrea) con gli occhi di un bambino, mai vendicativa e risentita, ma solo inerme dinanzi al Male, il male quello vero. Un libro per riflettere, su ciò che è stato, su cosa trarre come lezione e su come imparare ad affrontare le situazioni. ![]() di B. Raimondo - leggi tutte le sue recensioniLa cosa che mi ha stupito di più è la lucidità con la quale Arendt analizza i fatti del nazismo. Una lucidità veramente rara da trovare nei saggi sull'argomento. La sua esposizione piana e precisa, sempre centrata, riesce a far passare al lettore concetti articolati e a far comprendere procedure giuridiche complesse. Una libro che nutre chi lo legge, che arricchisce e stimola in continuo il cervello. ![]() di C. Roberto - leggi tutte le sue recensioniLucida e fondamentale riflessione sulle azioni di un uomo (Eichmann) che è stato protagonista della persecuzione nazista contro gli ebrei, da parte di una filosofa tedesca di origine ebrea che, nonostante abbia conosciuto l'esilio a causa delle stesse pesecuzoni, non smarrisce il senso di giustizia. ![]() di C. Monica - leggi tutte le sue recensioniUomo incolto, svogliato e privo di una vera e propria identita' , si mette in luce avanzando in modo veloce nella sua carriera nell'apparato burocratico nazista inizialmente impiegando le sue energie nell'emigrazione degli ebrei dall'Europa per renderala "libera dagli ebrei", e sul finire occupandosi della deportazione nei centri di sterminio di ebrei e non ebrei. Un colletto bianco che svolge il suo compito sottostando soltando agli ordini impartiti dall'alto, svolgeva il suo compito omicida consapevolmente, ma come si puo' disobbedire ad un ordine? Gli ordini sono ordini! Svolgeva queste sue mansioni infliggendo dolori indicibili a gruppi interi di umanita' , incorrendo a volte in qualche difficolta' pratica, con una semplicita' ragionieristica tale da sembrare una banale pratica burocratica. Avrebbe potuto opporsi a questi ordini, in primo luogo non entrando di propria iniziativa a fare parte di questa combricola di assassini, in secondo luogo, se proprio temeva ripercussioni sulla sua persona o sulla sua famiglia, scappando da subito in Argentina e non dopo anni della sua semplice burocrazia per timore di processi a suo carico per i crimini da lui commessi. Sicuramente la sentenza di morte di Eichmann era gia' scritta prima dell'inizio del suo processo a Gerusalemme e forse e' stata poco fantasiosa, ma come opporsi, dopo che l'impiegato Eichmann ha reso cosi' banale portare a termine un crimine cosi' inaudito? ![]() di D. Andrea - leggi tutte le sue recensioniun'opera capitale, disturbante, da leggere e meditare a lungo e profondamente, il "racconto" del processo ad Eichmann fatto da una grandissima filosofa e scrittrice ebrea. ![]() di N. Pietro - leggi tutte le sue recensioniIl male banale di chi esegue gli ordini e rispetta la legge del proprio paese. Eichmann è questo, un anonimo individuo che in tempo di guerra e sotto legge marziale è costretto a rispettare la legge. La Arendt ricostruisce, attraverso il processo di Gerusalemme (su quali basi giuridiche si fondava questo processo con la sentenza scritta?) la macchina di morte del Reich. Affascinante e terribile. ![]() di D. Giuseppe - leggi tutte le sue recensioniIn 2 parole, questo libro descrive la figura di Eichmann come emerse al processo di Gerusalemme nella sua sconcertante pochezza: non un mostro malvagio e sconvolto dall'odio razziale (fu il principale organizzatore della "logistica" dello sterminio) ma un uomo qualunque meschino e povero di spirito, che non seppe e non volle opporsi agli ordini, un ingranaggio della macchina insieme ai tanti proprio come lui. Anni luce lontano dalla rassicurante retorica del "cattivo", ci ricorda sempre che i nazisti erano proprio come noi, che materialmente l'Olocausto non sarebbe stato neanche possibile senza bravi piccoli burocrati di tutta Europa- di giorno in ufficio a coordinare vagoni piombati, la sera bravi padri di famiglia. ![]() di M. Patrizia - leggi tutte le sue recensioniLibro importante sulla Shoah, poichè cerca di non banalizzare quella che è stata una delle pagine più nere nella storia dell'umanità. Il male è "banale", perchè è facile , mentre il "bene" si raggiunge con fatica. E' più semplice chinare la testa ed obbedire anche ad ordini disumani, che reagire ed esprimere il proprio dissenso motivato. Per i giovani. Leggi anche le altre recensioni su La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme (20) Portrebbero piacerti anche...Gli altri utenti hanno acquistato anche... |
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