Trama Ballata per la figlia del macellaio
Itsik Malpesh, un ebreo russo-moldavo sfuggito alle persecuzioni antisemite, si autodefinisce con smisurato orgoglio il più grande poeta yiddish d'America. Le sue poesie hanno bisogno, tuttavia, di un traduttore che possa restituirne lo splendore in inglese così da renderle accessibili al grande pubblico. Per passione, e un insieme di bizzarre coincidenze, l'incarico viene affidato a un giovane e inesperto bibliotecario che lavora per un'organizzazione culturale ebraica. Decifrando le incerte grafie che percorrono le pagine di Malpesh, questi riuscirà a penetrarne il mistero della poesia e di una biografia straordinaria, dall'infanzia vissuta nei primi del Novecento in Moldavia alle peregrinazioni che lo hanno condotto a Odessa prima, e a New York e Baltimora poi. Il suo sarà un viaggio in una lingua piena di tranelli, e tra gli snodi di una vita picaresca ove tutto tende a una terra promessa che poco ha a che vedere con la fede. Perché la patria che sogna Itsik - raggiunta dopo aver visto distruggere una fabbrica di piume e aver letto Dostoevskji a pagamento, aver viaggiato in una cassa e aver cucito per un sarto, aver scritto per un giornale rivoluzionario e aver rubato - è Sasha, la figlia del macellaio. Una fiaba ironica e lieve sul valore della vita e della letteratura, insignita del National Jewish Book Award 2008.
Recensioni degli utenti
Ballata per la figlia del macellaio-27 luglio 2011
Da un immagine forse addirittura più vera della realtà, di come si vivieva ai tempi della los angeles anni 70. E' un libro che parte in modo imprevisto, con la storia nella storia, perchè ci accompagnano sempre le note del traduttore, colui che ha tradotto le poesie di Itsik Malpesh, e che poi ti conduce a conoscere la storia di quest'uomo che è anche una grande storia d'amore, per la figlia del macellaio, per la sua Sasha. E' un libro intenso e intriso di frasi poetiche, un libro che cura le parole, non le pone a caso e il suo traduttore non "tradisce" ma trasmette ciò che di vero in questa storia c'è. "La formazione di un poeta non è mai una storia semplice. Non si frequenta un'accademia di poesia, nè ci si inginocchia davanti ad un maestro per lavargli i piedi E' raro che un ragazzo diventi l'apprendista del cantastorie del villaggio. Invece è un tipo di insegnamento che ti cade addosso senza motivo, come i mattoni dal cielo. Solo più tardi, guardando indietro, il poeta puo' ricordare che era stato lui stesso a lanciare quei mattoni in aria. Da dove? E quando? E Perchè? Forse scrive per dare risposte a queste domande o forse spera che le parole giuste lo proteggano come un ombrello robusto". E nelle parole c'è tutto questo e ancora di più.