Avventurieri dell'eterno

"Dall'eternità ci separa appena un respiro, un istante che si spalanca sulla vita eterna o su un eterno tormento." Molti hanno riferito di aver varcato la soglia con "esperienze di pre-morte". Inoltre a testimoniare che l'amore è più forte della morte ci sono tante altre storie, nella Chiesa: anzitutto i martiri, i santi e poi quelle "persone che non soccombono sotto prove terrificanti, che non sprofondano sotto croci disumane, ma hanno la luce negli occhi. Brillano di un amore pietoso e carico di una misteriosa letizia. Hanno una forza inspiegabile". Sono tracce di quell'eternità che, per altre vie, anche poeti, scrittori e artisti hanno cercato. Antonio Socci accompagna il lettore fra poesie e pagine memorabili, dove grandi autori s'interrogano sul senso della vita e danno voce a quell'inestirpabile e inappagato desiderio di felicità vera che caratterizza ogni essere umano sulla terra. Pagina dopo pagina, "Avventurieri dell'eterno" s'inoltra fra le storie di coloro che hanno vissuto la vita come un meraviglioso viaggio verso l'infinito e verso la Felicità che non delude. Come testimonia la straordinaria vicenda di Katja, che ha abbandonato la sua carriera di attrice e i successi del cinema per votarsi al suo "dolce Gesù", abbracciando la vita eremitica nel deserto degli anacoreti con il nome di sorella Benedicta. Perché la verità, scrive Socci, è che siamo "stati creati per l'eternità, per incontrare qui, in questa vita, l'Eternità fatta carne, l'Uomo-Dio". Con La vita oltre la morte Antonio Socci torna ad interrogarsi sul fenomeno Nde ovvero la Near-Death-Experience. Qualche anno fa sua figlia, Caterina Socci, improvvisamente, a pochi giorni dalla sua laurea, smise di respirare per un arresto cardiaco. Il suo cuore smise di battere per circa un’ora. Era morta e allora i familiari chiamarono il prete, che inginocchiatosi al suo capezzale, cominciò a pregare e improvvisamente il suo cuore ricominciò a battere e Caterina riaprì gli occhi. Da allora Socci, il padre, ha cominciato a cercare spiegazioni a questo fenomeno e sono emersi tanti casi, già studiati dal filosofo americano Raymond Moody. I pazienti clinicamente morti o tornati dall’aldilà, ci racconta Socci, sono tanti e la cosa più impressionante è che tutti riferiscono la stessa cosa e la stessa esperienza vissuta. Circa un terzo di coloro che hanno avuto un coma, una rianimazione o una morte cerebrale hanno vissuto un’esperienza di pre-morte. Tanti anche i “testimonial” famosi da Sharon Stone a Elizabeth Taylor. Il giornalista scrittore ripercorre così in un certo senso la storia della Nde e ritrova menzioni persino in un dialogo platonico, in cui un soldato racconta che si risvegliò dopo dodici giorni di morte e dopo aver visitato l’Aldilà. Quello dell’autore di La vita oltre la morte è un punto di osservazione religioso infatti secondo Socci è Dio che sceglie a chi dare una seconda possibilità che si trasforma così in una forma assoluta di responsabilità, non di privilegio. Affascinanti le testimonianze dei sopravvissuti perché in molti raccontano di trovarsi in alto e vedere il proprio corpo in basso e allora alcuni si trovano a percorrere un tunnel, alla fine del quale li attende una luce benefica e avvolgente. Solo in pochi raccontano di aver provato angoscia e turbamento, ma tutti vivono un’esperienza talmente forte da segnare per sempre le loro vite.