Autodafé. L'Europa, gli ebrei e l'antisemitismo di Emanuele Ottolenghi edito da Lindau

Autodafé. L'Europa, gli ebrei e l'antisemitismo

Editore:

Lindau

Collana:
I Draghi
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2007
EAN:

9788871806068

ISBN:

8871806069

Pagine:
378
Formato:
brossura
Argomenti:
Intolleranza religiosa, persecuzioni e conflitti, Studi sull'Ebraismo
Acquistabile con la

Descrizione Autodafé. L'Europa, gli ebrei e l'antisemitismo

Quando si parla di antisemitismo, il pensiero corre alle persecuzioni degli anni '30 e '40 del secolo scorso, sfociate nell'Olocausto. E il confronto con l'oggi porta a concludere che quel problema è stato sostanzialmente superato, o riemerge in forme episodiche e molto circoscritte, che a qualcuno possono sembrare perfino folkloristiche. Ma l'antisemitismo a sfondo razziale, così intimamente associato al nazismo, rappresentò un'aberrazione rispetto all'odio antiebraico che lo aveva preceduto.Tutte le più vecchie forme di pregiudizio antiebraico – dalle dottrine cristiane al disprezzo marxista per gli ebrei, all'ostilità antiebraica di liberali e illuministi – avevano in realtà un altro elemento in comune: per gli antisemiti, gli ebrei avevano "un problema" (di natura religiosa o sociale, o socio-economica, o storica), che era parte della loro identità e che costituiva un ostacolo alla loro piena integrazione nella società. Essi avrebbero potuto "salvarsi" convertendosi, assimilandosi, o unendosi alle forze della rivoluzione. E, in effetti, in tutti quei casi in cui gli ebrei cedettero al doppio ricatto di minacce e lusinghe, ottennero non solo uguaglianza e integrazione, ma spesso alte cariche e importanti onorificenze.L'antisemitismo attuale è una variante di questo vecchio pregiudizio: trova come scusa non un supposto tratto biologico malvagio, bensì un'opinione e un comportamento degli ebrei nei confronti d'Israele che sono espressione, prima di tutto, della loro identità. Nel clima attuale, si assiste insomma all'emarginazione di ebrei filo-israeliani o a una crescente pressione su di loro perché abbandonino le loro posizioni su Israele e Medio Oriente e si conformino al paradigma dominante. Le loro opinioni trovano sempre meno spazio sui giornali europei ed è possibile che la narrativa storiografica revisionista che forma il nucleo accademico di delegittimazione d'Israele, vinca la battaglia dei libri di testo negli atenei e trionfi sugli scaffali delle librerie (rendendo sempre più precaria tra le élite la posizione di Israele e degli ebrei che lo sostengono). Naturalmente, una dissociazione chiara (e, se possibile, frequentemente ribadita) da Israele e dalla sua politica può rendere gli ebrei che la pronunciano socialmente più accettabili.

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