Il mio amico Hitler
- Editore:
Guanda
- Collana:
- Quaderni della Fenice
- Edizione:
- 2
- Traduttore:
- Origlia L.
- Data di Pubblicazione:
- 6 ottobre 2016
- EAN:
9788823514553
- ISBN:
882351455X
- Pagine:
- 125
- Formato:
- brossura
Trama Il mio amico Hitler
Berlino, giugno 1934. Il presidente von Hindenburg è in fin di vita e Adolf Hitler, già cancelliere del Reich, progetta di assumerne la carica dando ufficialmente corso alla dittatura. Per riuscirci gli occorrono il sostegno degli industriali e dell'esercito, che però chiedono in cambio lo scioglimento delle SA, le truppe d'assalto, e l'epurazione dell'ala rivoluzionaria del partito. Questo lo scenario in cui Yukio Mishima ambienta il suo dramma, dando voce con sorprendente capacità di penetrazione alle opposte ragioni dei protagonisti di quei giorni. La vicenda procede verso l'epilogo della Notte dei lunghi coltelli, in cui troveranno la morte centinaia di persone, tra cui Rohm, "l'amico di Hitler", sordo ai tentativi di Strasser di metterlo in guardia, aggrappato con tragica pateticità a valori condivisi in un passato leggendario, ma ormai irrimediabilmente tramontati. Senza la pretesa di alcuna valutazione morale a proposito di Hitler, definito "un genio politico, ma non un eroe", Mishima punta sulla seduzione estetizzante di una scrittura preziosa e affascinante, rivolta all'ideale modello del Britannicus di Racine, "che canta in versi alessandrini una grandiosa tragedia politica".
Recensioni degli utenti
Consigliato-12 dicembre 2010
Quello che stupisce di quest'opera teatrale è la considerazione finale di Mishima su quello che l'avevo colpito nella figura di Hitler, quello che era riuscito a mettere in pratica e che l'autore vedeva accadere all'epoca anche in Giappone, sebbene con tempistiche diverse...
Il mio amico Hitler-5 ottobre 2010
Mishima ha cercato a creare un dramma, ispirato (molto) liberamente alle forme del No giapponese, che portasse sulla scena come protagonista Adolf Hitler. Forse è un paradosso, ma Hitler è a tal punto divenuto un'icona del male assoluto, che almeno noi europei non riusciamo più a vederlo come una possibile figura tragica; per questo motivo non sono riuscito a "sentire" veramente questo dramma.