America primo amore

Il sole al vento di Manhattan ed i sabati al centro, in cerca dell’amore; le lame azzurre del fiume Hudson ed i riflessi di cristallo ed oro dell’Oceano; il declivio verde delle colline in accenno a lato strada e le auto, lucide, in fila in strade larghe quanto un piccolo paese dell’Italia. “America primo amore” di Mario Soldati è un resoconto che diviene diario e si legge come un romanzo. Meglio, è il romanzo di una generazione intera: quella che scopre l’America tramite la sua letteratura e ne vuol fare terra concreta per carezze e viaggi. Come tutti i volumi che narrano dell’altrove, tuttavia, consiglio di leggerlo anche come opera che dice, non dicendo, su quello che si lascia: l’Italia è l’ombra del grande continente, presenza in filigrana nelle pagine che trattano di New York, Boston o di Chicago. Lo si legga, questo piccolo capolavoro. Lo si legga prima di partire, o perché si decide di restare: perché, come sa Manganelli, ’America (ed ogni altro luogo, invero) sono un discorso. Una possibilità inventata per racconto. Consigliato, davvero.