L' acchiapparatti
- Editore:
Dalai Editore
- Collana:
- Romanzi e racconti
- Data di Pubblicazione:
- 9 marzo 2010
- EAN:
9788860736529
- ISBN:
8860736528
- Pagine:
- 466
- Formato:
- rilegato
Trama L' acchiapparatti
Pochi a Tilos conoscono il nome di Ghescik. Lui è soltanto il becchino, l'ometto gobbo e storpio che vive al cimitero, ai margini del paese. Pochissimi sanno che coltiva una passione insana per la feldspina e gli scritti antichi. Solo lo strambo acchiapparatti gli è amico. Notte fonda. Al sicuro tra le mura della casa-torre diroccata, Zaccaria sta rimproverando uno dei suoi gatti quando qualcuno bussa alla porta. Il becchino si presenta con un libro rilegato in pelle scura, che sostiene di aver vinto grazie a una scommessa con lo speziale. Risale a epoche in cui la magia non era stata ancora messa al bando e sembrerebbe contenere le memorie di un defunto negromante. Ghescik non fa parola dello strano diadema rinvenuto in un sotterraneo della "torre maledetta", ma ha un solo modo per scoprire se certi suoi sospetti sono fondati: far tradurre il libro a Zaccaria che, inspiegabilmente, ha sempre avuto grandi doti come decifratore delle lingue arcane... Inseguiti dagli sgherri dello speziale, becchino e acchiapparatti verranno catapultati nei meandri di una vicenda terribile che non coinvolgerà i soliti eroi, ma una compagine di personaggi inconsueti: un cacciatore di taglie sfigurato, una prostituta dalle molte risorse, un gigante che parla per proverbi sgrammaticati e una schiera di feroci tagliagole. Ma quale legame esiste tra il misterioso diadema e la terrificante creatura rinchiusa da secoli nelle segrete di Giloc?
Recensioni degli utenti
Contagioso-30 maggio 2012
Credo di aver contratto la Zaccariite... Purtroppo a causa di impegni e cose varie, ho dovuto leggere questo romanzo a pillole, e mi è dispiaciuto troppo, perchè avrebbe meritato un trattamento diverso; più calma, più attenzione, più continuità... Fatto sta che non vedevo l'ora di leggere di Zaccaria, mi faceva troppa simpatia, e mi ritrovo spesso a dire "Si, si. No, no. Si, no. No, si! " e così via, ormai parlo come lui, a raffica e dicendo cose che non hanno senso, Si, si! Una cosa stranissima, eppure mi capita davvero... Sì se mi capita! Cmq è davvero un romanzo ben fatto, non si può dire altro... Se non LEGGETELO!
L'acchiapparatti-6 gennaio 2012
Ottima prova d'esordio di un autore italiano, che ha saputo ricreare un mondo fantastico ricco e oscuro, che presenta tuttavia tratti di umorismo noir e di vero mistero. Il fascino di questo romanzo sta nella descrizione del viaggio, fatto dall'acchiapparatti e dal becchino, che si presentarà ricco di avventure e di pericoli. Un libro che appassiona pagina per pagina, e che merita un seguito.
L'acchiapparatti-25 settembre 2011
Nel panorama fantasy italiano L'acchiapparatti di Francesco Barbi è senz'altro degno di nota. Un fantasy scritto in modo fluido e ambientato in un mondo quasi medioevale. La figura di Zacaria è davvero peculiare. Tutta la storia si legge d'un fiato, poichè il libro incuriosisce e affascina il lettore.
L'acchiapparatti-19 maggio 2011
Finalmente un fantasy italiano degno di nota, alla buon ora. La storia è davvero niente male. Ai tratti caratteristici del fantasy ha saputo aggiungere originalità. Gran merito. Ogni personaggio che entra in scena (anche solo per morire poco dopo) viene finemente caratterizzato, il protagonista ha caratteristiche peculiari che lo rendono speciale. Purtroppo la storia non è supportata da uno stile all'altezza e se posso scusare questa mancanza all'autore che si trovava alle prese con il suo primo romanzo, non posso certo giustificare la casa editrice. Certe scene andavano alleggerite, in alcuni punti le sviste lessicali saltano all'occhio immediatamente, due o tre momenti chiave andavano dettagliati meglio al fine di renderli fluidi, qualche dettaglio andava maggiormente curato. Un lavoro di editing più attento avrebbe potuto trasformare una lettura piacevole in una indimenticabile! Mi viene da dire: peccato!
L'acchiapparatti-19 aprile 2011
Il panorama fantasy italiano, per anni snobbato e relegato solo a fasce di nicchia, negli ultimi tempi ha subito una forte accelerazione ed acquisito maggiore visibilità sia presso gli editori che, di conseguenza, presso i lettori. "L'acchiapparatti" di Francesco Barbi, fra le diverse novità in questo campo, è sicuramente uno degli elementi più interessanti. Prima di tutto perché, al contrario di molti, Barbi lascia dietro di se il fantasy di stampo tolkieniano, per lanciarsi invece in un sottogenere poco sfruttato ma comunque molto valido, cioè quello della combriccola di reietti che si trova suo malgrado in eventi più grandi di loro. In secondo luogo, l'ambientazione medievaleggiante, la trama che fa da fulcro alle vicende e soprattutto i protagonisti Zaccaria e Ghescik, sono ben delineati e mai banali. Inoltre, bisogna dire che Francesco Barbi scrive bene, sebbene con qualche ingenuità sparsa qui e là che sicuramente è da imputare alla giovane età dello scrittore. Concludendo, pur non essendo "L'acchiapparatti" un libro rivoluzionario o prorompente, è comunque una lettura piacevole e accattivante, che fa ben sperare per il futuro di Barbi e del panorama fantastico italiano in generale.
L'acchiapparatti-29 marzo 2011
Mmmmm, diciamo così così, si poteva fare di meglio. Qualche refuso di troppo che ne pregiudica il pieno godimento. La storia è davvero niente male. Ai tratti caratteristici del fantasy ha saputo aggiungere originalità. Gran merito. Ogni personaggio che entra in scena (anche solo per morire poco dopo) viene finemente caratterizzato, il protagonista ha caratteristiche peculiari che lo rendono speciale. Purtroppo la storia non è supportata da uno stile all'altezza e se posso scusare questa mancanza all'autore che si trovava alle prese con il suo primo romanzo, non posso certo giustificare la casa editrice. Certe scene andavano alleggerite, in alcuni punti le sviste lessicali saltano all'occhio immediatamente, due o tre momenti chiave andavano dettagliati meglio al fine di renderli fluidi, qualche dettaglio andava maggiormente curato. Un lavoro di editing più attento avrebbe potuto trasformare una lettura piacevole in una indimenticabile! Mi viene da dire: peccato!