Accabadora di Michela Murgia edito da Einaudi

Accabadora

Editore:

Einaudi

Collana:
Supercoralli
Data di Pubblicazione:
26 maggio 2009
EAN:

9788806197803

ISBN:

8806197800

Pagine:
164
Formato:
rilegato
Disponibile anche in E-Book
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Trama Accabadora

Premio Campiello 2010. Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come "l'ultima". Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. "Tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fili'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia". Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 56 recensioni

Un testo di stringente attualitàDi S. Alessandro-18 aprile 2019

È il primo lavoro di Michela Murgia che leggo. Scrittura fluida, descrittiva, generatrice di immaginazione. Fa venir voglia di ritornare in Sardegna per un viaggio nell'entroterra sempre troppo sottovalutato. Il tema di fondo è la sempre aperta questione del mistero della nostra dipartita dal mondo.

DiscretoDi D. System-3 maggio 2018

Nel panorama della letteratura contemporanea, questo libro sicuramente si distingue. La scrittura è fluida e l'italiano corretto (cosa purtroppo non più scontata) ma un tema così importante, secondo me poteva essere approfondito anche di più. Lo stile dell'autrice però è apprezzabile.

Racconto intenso ed insolitoDi D. Maria-29 gennaio 2017

La storia narrata da Michela Murgia è molto intensa. Sardegna, anni '50. Maria Listru è la quarta figlia figlia femmina di una donna vedova con pochi mezzi. All'età di sei anni, Maria viene adottata da Bonaria Urrai, vedova benestante, diventando in questo modo "fillus de anima", cioè "bambini generati 2 volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità dell'altra". Così Maria cresce accudita da questa donna. C'è però un qualcosa di misterioso dietro la figura di questa vecchia sarta. La storia è intrigante, originale e molto sentita. Le radici e la storia di questa fantastica terra sarda, sono la tela sulla quale la scrittrice disegna il suo racconto. Un bellissimo libro.

MeritevoleDi G. Enza-5 maggio 2012

Il successo che ha avuto è meritato perchè oltre ad essere originale, tratta una tematica molto delicata con mano altrettanto fine e delicata. L'unica parte che secondo me stona nell'economia della narrazione è quella riguardante Torino, sembra a sè stante e un po' disinteressata rispetto al filo conduttore del romanzo. Comunque è un libricino assolutamente da avere.

AccabadoraDi m. sercis-5 febbraio 2012

Letto per caso, dato che non lo avrei mai comprato, l'ho trovato un libro carino, ma senza particolare infamia nè lode. Parlare di un capolavoro non mi pare il caso, già mi stupisce che sia stato tanto discusso e vantato. Non ho trovato nulla che smuovesse l'animo, a mio parere uno stile narrativo abbastanza buono, ma troppo sintetico in alcune parti, e inutile l'ambientazione torinese nella seconda parte solo per allungare un pò il libro. Niente di eccezionale, lo consiglio ma non aspettatevi la futura Grazia Deledda.

Pessimo libro, scritto malissimo.Di m. Paola-1 dicembre 2011

L'accabadora di Michela Murgia e un libro con uno stile letterario molto povero, non c'e descrizione dei personaggi o di quanto l'ambiente possa influire su di loro. Manca di spessore, appare noioso e banale. Totalmente assente la descrizone della cultura sarda, dei personaggi e dell'ambiente. Dialoghi vuoti e per niente realistici con la lingua e la cultura sarda dell'epoca. Frasi contorte e senza spessore.