Descrizione 3096 giorni
Natascha Kampush ha dieci anni quando viene rapita. Troverà la libertà dopo 3096 giorni, oltre otto anni dopo, riuscendo a fuggire dall'appartamento in cui veniva segregata. Il rapitore, disperato per l'abbandono, si suicida. Il loro non era, infatti, un "semplice" rapporto di violenza e sottomissione. Tutta la lunga prigionia alterna momenti di violenza a momenti di tenerezza. Il rapitore vede crescere Natasha, la vede trasformarsi da bambina a ragazza. Le concede a un certo punto di uscire dalla cantina in cui era rinchiusa, per salire nell'appartamento di lui e farsi un bagno, talvolta invitandola nel suo letto per avere affetto e tenerezza, ma poi la picchia e la umilia, arrivando a negarle il cibo. L'atteggiamento dell'uomo (che per altri versi le concede di disegnare, di usare il computer) è simile a quello del mitico Pigmalione, disgustato dalle donne reali e deciso a costruirsene una perfetta con le proprie mani. Il loro lungo rapporto va avanti così per più di otto anni: Natasha riesce evidentemente ad avere un ascendente su di lui, in un rapporto di dipendenza reciproca che gli psichiatri conoscono. Fino a che Natasha, dopo molte riflessioni, decide di "abbandonarlo" e di fuggire, trovando finalmente la libertà e, lentamente, una sua nuova vita. Quasi normale.
Recensioni degli utenti
No comment-18 settembre 2011
Non è facile esprimere un'opinione su questo libro. Una storia drammaticamente reale. Mi è piaciuta la lucidità dell'autrice nel descrivere i ricordi, anche quelli più remoti. Racconta senza filtri la sua difficile infanzia, della prigionia, dei maltrattamenti fisici e psichici subiti. Ma descrive anche come abbia imparato, in quella situazione senza via di uscita, a convivere con l'orrore.
Sincero-5 luglio 2011
Scritto bene, interessante anche se la storia è davvero cruda. Ero ansiosa di leggerlo e mi è piaciuto molto. Ho apprezzato molto la sincerità con cui ha affrontato il tema sull'approccio della società dopo la sua liberazione. Non tralascia nulla della sua storia, persino ciò che non si vorrebbe mai confessare neanche a se stessi, figuriamoci agli altri. In più non cade mai nell'autocommiserazione, racconta la sua esperienza con grande dignità. Da leggere
Da leggere-19 maggio 2011
Sono corsa a comprare questo libro appena è uscito nelle librerie. Ho ascoltato una intervista di Natascha e mi ha incuriosito molto; una ragazza che appare glaciale e dura, plasmata purtroppo dalla tragedia che la vita le ha riservato. In questo libro racconta il rapporto con i suoi genitori e i terribili e interminabili giorni del sequestro. Ha trascorso tutta la sua adolescenza col mostro e forse, tramite questo libro, riusciremo a comprendere come ha fatto a sopravvivere.