1943. Il sillaro racconta di Francesco Paolucci edito da Alberto Perdisa Editore

1943. Il sillaro racconta

Collana:
Via Emilia
Data di Pubblicazione:
18 giugno 2008
EAN:

9788883724398

ISBN:

8883724399

Pagine:
96
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La memoria è anche una Torta NeraDi M. MARA-9 dicembre 2008

Francesco Paolucci, avvocato bolognese, ha saputo raccogliere in questo libretto -da lui definito diario minimo, ma che tanto minimo non è- i pensieri, i sentimenti, le difficoltà, le speranze di un ragazzo di tredici anni, lui stesso, di fronte ai drammatici eventi che si dipanarono dal 25 luglio 1943 in poi, a cominciare dall'armistizio dell'8 settembre, che, come egli scrive, costrinse i cittadini a far da soli le loro scelte, non solo politiche, ma anche di vita. Il durissimo scontro, non solo verbale, tra il padre di Francesco e un militare tedesco, in merito all'onore degli italiani, costringe la famiglia a lasciare con urgenza Rimini, dove si trova in villeggiatura. A causa dello sfollamento dalle città era impossibile rientrare a Bologna e così il gruppo sceglie, anche per ragioni di prudenza dopo quel grave episodio, la villa di campagna degli zii Rusconi, a Castel S. Pietro Terme, un prospero centro sulla via Emilia, lambito dal torrente Sillaro. Il tono del racconto è lieve, non privo di una certa ironia, con la consapevolezza che andava maturando una nuova coscienza, mescolata con le ambasce quotidiane dovute alle difficoltà di vita. Il ragazzo si rende pian piano conto che, dietro l'apparente calma, l'ambiente comincia a fermentare, anche nella tranquillità conservatrice del mondo rurale. La Disillusione e la Rabbia nei confronti della Repubblica Sociale sono destinate a trasformarsi in lotta attiva. Si rafforzano e proliferano quei gruppi che, già nel periodo fascista, avevano iniziato la loro opposizione al regime. In primo luogo quelli aderenti al movimento di Giustizia e Libertà,cui aderirono lo stesso padre di Francesco e il Prof. Renato Giorgi, figura di primo piano nella crescita umana e politica dell'A. La vita quotidiana è ripercorsa con immagini vivide: l'ansia per approvvigionamento dei generi di prima necessità e i diversi problemi creati dall'insediamento, nella medesima abitazione, della fanteria e contraerea tedesca. I ricordi emergono nitidi, pur a distanza di tanti anni, nel racconto ricco di partecipazione: quel misto di paura e di magia suscitato dall'oscuramento; il sapore evocativo di un raro pezzo di pinza, la tradizionale ciambella bolognese;il dormire con un occhio aperto e l'orecchio teso ai movimenti di Pippo, il notissimo aereo notturno americano, che svolazzava qua e là lasciando cadere a caso una bomba, per poi scomparire fino alla volta successiva. L'ascolto di Radio Londra, trepidante fin da quella sigla che altro non era che il timpano della Quinta di Beethoven. Il terribile bombardamento che, nel gennaio 1944, ferisce il centro storico di Bologna, distruggendo edifici come l'antico Teatro del Corso o il celeberrimo Hotel Brun (lasciandovi, a severo monito, significative vestigia). Anche a causa dell'impegno politico del padre, il nostro protagonista è maturato in fretta, rispetto ai cugini più grandi di età che talora, rischiando di brutto, va a trovare in bicicletta nella vera casa di campagna della famiglia, posta in una frazione del Comune di Budrio: oh, Riccardina dreaming! Tante schegge di vita che si conservano immutate nel tempo, venate di affettuosa nostalgia, con descrizioni a volte esilaranti, come il tentativo di salvare l'insostituibile ricchezza, costituita dal maiale, dalle brame degli invasori affamati. Le iniziali piccole azioni di sabotaggio si trasformano nella partecipazione, come staffetta, ad iniziative di appoggio ai gruppi partigiani. Francesco commenta la difficile vita di brigata, sempre a rischio: in quel territorio abita, insieme ad altri personaggi pericolosi, una coppia trucemente famosa, gli attori Luisa Ferida e Osvaldo Valenti. Senza contare l'angoscia, provata dal padre e da tutti coloro che provenivano dall'esercito, di trovarsi prima o poi di fronte a connazionali, magari conosciuti, che militavano nella parte avversa. Uno spazio importante nel racconto è riservato ai genitori. La figura paterna è tracciata con profondo affetto. Uomo d'azione, aveva partecipato alla guerra in Grecia; indi, aderisce alla Resistenza col nome di battaglia di Orso. Ad un certo punto egli diviene uccel di bosco, ma la sua presenza è quanto mai forte. L'amore per la madre è raccolto in sintetiche, significative frasi; ma soprattutto in quel toccante modo di nominarla: mamma,senza articolo, seguito dal verbo che esprime l'azione da lei compiuta. L'A. ha voluto indirizzare ai tre figli il lungo racconto di un periodo emozionante che ha forgiato il suo carattere e ne ha stimolato lo spirito di avventura. Un piccolo gioiello letterario da godere in un momento tranquillo, quando intorno a noi c'è quiete. E si può assaporare il cibo della Memoria, magari sotto forma di una Torta Nera, che compare in tavola ogni 3 dicembre. Mara Marantonio

La Memoria è (anche) una Torta NeraDi M. MARA-9 dicembre 2008

Francesco Paolucci, avvocato bolognese ha saputo raccogliere in questo libretto -da lui definito ;diario minimo, ma che tanto minimo non è- i pensieri, i sentimenti, le difficoltà, le speranze di un ragazzo di tredici anni, lui stesso, di fronte ai drammatici eventi che si dipanarono dal 25 luglio 1943 in poi, a cominciare dall'armistizio dell'8 settembre, che, come egli scrive, costrinse i cittadini a far da soli le loro scelte, non solo politiche, ma anche di vita. Il durissimo scontro, non solo verbale, tra il padre di Francesco e un militare tedesco, in merito all’onore degli italiani, costringe la famiglia a lasciare con urgenza Rimini, dove si trova in villeggiatura. A causa dello sfollamento dalle città era impossibile rientrare a Bologna e così il gruppo sceglie, anche per ragioni di prudenza dopo quel grave episodio, la villa di campagna degli zii Rusconi, a Castel S. Pietro Terme, un prospero centro sulla via Emilia, lambito dal torrente Sillaro. Il tono del racconto è lieve, non privo di una certa ironia, con la consapevolezza che andava maturando una nuova coscienza, mescolata con le ambasce quotidiane dovute alle difficoltà di vita. Il ragazzo si rende pian piano conto che, dietro l'apparente calma, l'ambiente comincia a fermentare, anche nella tranquillità conservatrice del mondo rurale. La Disillusione e la Rabbia nei confronti della Repubblica Sociale sono destinate a trasformarsi in lotta attiva. Si rafforzano e proliferano quei gruppi che, già nel periodo fascista, avevano iniziato la loro opposizione al regime. In primo luogo quelli aderenti al movimento di Giustizia e Libertà,cui aderirono lo stesso padre di Francesco e il Prof. Renato Giorgi, figura di primo piano nella crescita umana e politica dell'A. La vita quotidiana è ripercorsa con immagini vivide: l'ansia per approvvigionamento dei generi di prima necessità e i diversi problemi creati dall'insediamento, nella medesima abitazione, della fanteria e contraerea tedesca. I ricordi emergono nitidi, pur a distanza di tanti anni, nel racconto ricco di partecipazione: quel misto di paura e di magia suscitato dall'oscuramento; il sapore evocativo di un raro pezzo di pinza, la tradizionale ciambella bolognese;il dormire con un occhio aperto e l'orecchio teso ai movimenti di Pippo, il notissimo aereo notturno americano, che svolazzava qua e là lasciando cadere a caso una bomba, per poi scomparire fino alla volta successiva. L'ascolto di Radio Londra, trepidante fin da quella sigla che altro non era che il timpano della Quinta di Beethoven. Il terribile bombardamento che, nel gennaio 1944, ferisce il centro storico di Bologna, distruggendo edifici come l'antico Teatro del Corso o il celeberrimo Hotel Brun (lasciandovi, a severo monito, significative vestigia). Anche a causa dell'impegno politico del padre, il nostro protagonista è maturato in fretta, rispetto ai cugini più grandi di età che talora, rischiando di brutto, va a trovare in bicicletta nella vera casa di campagna della famiglia, posta in una frazione del Comune di Budrio: oh, Riccardina dreaming! Tante schegge di vita che si conservano immutate nel tempo, venate di affettuosa nostalgia, con descrizioni a volte esilaranti, come il tentativo di salvare l'insostituibile ricchezza, costituita dal maiale, dalle brame degli invasori affamati. Le iniziali piccole azioni di sabotaggio si trasformano nella partecipazione, come staffetta, ad iniziative di appoggio ai gruppi partigiani. Francesco commenta la difficile vita di brigata, sempre a rischio: in quel territorio abita, insieme ad altri personaggi pericolosi, una coppia trucemente famosa, gli attori Luisa Ferida e Osvaldo Valenti. Senza contare l'angoscia, provata dal padre e da tutti coloro che provenivano dall'esercito, di trovarsi prima o poi di fronte a connazionali, magari conosciuti, che militavano nella parte avversa. Uno spazio importante nel racconto è riservato ai genitori. La figura paterna è tracciata con profondo affetto. Uomo d'azione, aveva partecipato alla guerra in Grecia; indi, aderisce alla Resistenza col nome di battaglia di Orso. Ad un certo punto egli diviene uccel di bosco, ma la sua presenza è quanto mai forte. L'amore per la madre è raccolto in sintetiche, significative frasi; ma soprattutto in quel toccante modo di nominarla: mamma,senza articolo, seguito dal verbo che esprime l'azione da lei compiuta. L'A. ha voluto indirizzare ai tre figli il lungo racconto di un periodo emozionante che ha forgiato il suo carattere e ne ha stimolato lo spirito di avventura. Un piccolo gioiello letterario da godere in un momento tranquillo, quando intorno a noi c'è quiete. E si può assaporare il cibo della Memoria, magari sotto forma di una Torta Nera, che compare in tavola ogni 3 dicembre. Mara Marantonio