Watchmen

Il mondo del fumetto non è stato più lo stesso dopo il biennio 1985-1986, il periodo d'uscita del capolavoro "Watchmen". I supereroi hanno smesso di essere personaggi machiettistici, archetipi banali del bene e del male, per diventare personaggi tragici e sfaccettati, complessi come i più grandi protagonisti delle letteratura. Grazie all'inventiva di Moore e alla matita di Gibbons, "Watchmen" va al di là delle tavole classiche del fumetto, che interagiscono con diari, articoli di giornale etc etc, posti alla fine di ognuno dei dodici albi, per dare il giusto spazio a ogni sottotrama. Filosofia, fantascienza, citazionismo colto: un capolavoro.

Il Times anni fa lo ha annoverato nella lista dei migliori 100 romanzi in lingua inglese del '900: dopo averlo letto, non mi sono potuto dimostrare che d'accordo: il mondo di Watchmen è un mondo in assoluto contrasto con quello dei supereroi precedenti, un mondo dove i supereroi sono persone folli (magnifica la figura di Rorschach) in un mondo di folli, dove nulla è ciò che sembra, e dove la disillusione e la disperazione governano uomini il cui unico passatempo è aspettare la guerra nucleare che porrà fine all'esistenza umana. Sublime