Il volo. Le rivelazioni di un militare pentito sulla fine dei desaparecidos di Horacio Verbitsky edito da Fandango Libri

Il volo. Le rivelazioni di un militare pentito sulla fine dei desaparecidos

Traduttore:
Tognonato C.
Data di Pubblicazione:
10 aprile 2008
EAN:

9788860440914

ISBN:

8860440912

Pagine:
205
Formato:
brossura
Argomenti:
Oppressione e persecuzione politica, Storia delle Americhe
Acquistabile con la

Descrizione Il volo. Le rivelazioni di un militare pentito sulla fine dei desaparecidos

"Sono stato all'ESMA. Le voglio parlare." Così inizia una delle interviste più importanti per la storia dell'Argentina contemporanea e per il mondo intero. Adolfo Scilingo, capitano di corvetta, ex membro dell'apparato repressivo che ha detenuto il potere in Argentina dal 1976 al 1983, confessa pubblicamente e per la prima volta al giornalista Horacio Verbitsky che alcuni desaparecidos venivano gettati in mare da un aereo dopo essere stati narcotizzati. Fino al 1995, anno in cui "Il volo" è stato pubblicato in Argentina, solo le vittime della repressione avevano denunciato quest'orribile modalità di eliminazione dei detenuti politici. Punto di svolta nella conoscenza e nell'analisi della storia recente del paese, "Il volo" ha rappresentato anche uno strumento probatorio fondamentale nel corso del processo condotto dal giudice spagnolo Baltasar Garzón contro lo stesso intervistato. Nell'aprile del 2005 Scilingo è stato condannato a 640 anni di carcere da un tribunale spagnolo.

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4 di 5 su 1 recensione

Le confessioni del bianconiglio.Di t. paola-12 agosto 2010

Persino nella Bibbia era prevista l'eliminazione dell'erba cattiva dai campi di grano" Certo che è strano dare il giudizio _"bello"_ alle confessioni di un vero a proprio abominio umano. Dalle prime pagine ho creduto che Scilingo fosse una persona pentita, e invece ho avuto la sorpresa di leggere le parole di un uomo che continua a sostenere di avere agito per una causa, ci crede, e vuole convincersi che buttare esseri umani vivi da un aereo sia stato solo un atto di obbedienza alla causa che aveva sposato, e che in realtà non si trattasse di omicidio. L'intervista si trasforma in un crescendo di incredulità, ci si arriva a chiedere come abbiano pensato a tutti i metodi di tortura, come mai abbiano "combattuto" un nemico inerme, e perchè siano arrivati ad uccidere delle suore a madri indifese, con il beneplacito della chiesa, ma non si trova una risposta, o meglio la risposta credo sia semplice, delle madri che scendono in piazza per reclamare anche solo il corpo del proprio figlio scomparso, donne che smuovono le acque con la forza dell'amore e della verità devono fare veramente paura, quindi quale causa di forza maggiore della vigliaccheria. Si rimane sgomenti a leggere che ci sono voluti più di vent'anni per arrivare a risposte parziali e che tanti non hanno pagato per ciò che hanno fatto. A Scilingo hanno dato 640 anni di carcere, ma non saranno mai abbastanza.