Il visitatore che non c'era
- Editore:
Polillo
- Collana:
- I bassotti
- Traduttore:
- Lord T.
- Data di Pubblicazione:
- 14 novembre 2003
- EAN:
9788881541874
- ISBN:
8881541874
- Pagine:
- 245
- Formato:
- brossura
Descrizione Il visitatore che non c'era
Doc Stoeger ama gli scacchi, la bottiglia, i libri di Lewis Carrol e il suo mestiere di giornalista. E qui sta il suo cruccio: dirige il Carmel City Clarion, un settimanale di una cittadina di provincia nella quale non succede mai nulla. Come ogni giovedì sera, si appresta sconsolato a chiudere il giornale senza alcuna notizia degna di questo nome da pubblicare. Non resta che farsi un bicchierino da Smiley's e fantasticare su una bella storia da sbattere in prima pagina. Ma quando, poco dopo, rincasa un po' sbronzo, la serata comincia a movimentarsi. Doc riceve la visita di un uomo che dice di chiamarsi Yehudi Smith, si proclama membro di un'associazione di ammiratori di Lewis Carroll e lo invita a partecipare a una riunione del gruppo.
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Recensioni degli utenti
Il visitatore che non c'era-13 luglio 2011
Pensavo che l'autore si fosse occupato esclusivamente di fantascienza. Tra i miei preferiti, tra l'altro, visto che il suo stile scanzonato e assurdo permette di divertirsi anche se parla di omini verdi o entità similmente improbabili come in "Assurdo universo". Ma nella sua produzione Brown è anche stato un giallista, e questo libro ne è un esempio preclaro. Il cinquantatreenne Doc Stoeger, quasi un alter ego di Brown, ha molte passioni: il whisky, gli scacchi, Lewis Carroll e il giornalismo. Infatti il direttore e giornalista unico del Clarion News, un settimanale di cronaca locale della sua cittadina dove una notizia come la pesca di beneficenza della locale parrocchia può tranquillamente finire in prima pagina. Il cruccio maggiore di Doc è per l'appunto non potere mai avere un'edizione sensazionale del suo giornale... Fino alla notte narrata nel libro, dove capitano tante di quelle cose che sarebbero bastate per dei mesi. Il tutto parte dalla visita di un ometto dall'improbabile nome di Yehudi Smith, l'"omino che non c'è" carrolliano, che lo invita a una riunione segreta di appassionati... Prima di darvi notizie false e tendenziose, mi affretto a dire che il giallo in quanto tale è deboluccio, se ho scoperto l'assassino persino io; e che tutto il contesto è così da America rurale di fine anni '40 che potrebbe non piacere; però le pagine scorrono che è un piacere, aiutate dall'ottima traduzione - anche se per un carrolliano un po' imbastardito come me trovarsi i versi tradotti lascia parecchio perplessi.