Un villaggio di piccole case di Ian Ferguson edito da Mattioli 1885
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Un villaggio di piccole case

Collana:
Experience
Traduttore:
Pezzani S.
Data di Pubblicazione:
8 marzo 2007
EAN:

9788889397800

ISBN:

8889397802

Pagine:
206
Formato:
brossura
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Trama Un villaggio di piccole case

Nel 1959, in fuga da certe spiacevoli complicazioni con la legge, i genitori di Ian Ferguson lasciano Edmonton, nella provincia canadese dell'Alberta, per dirigersi più a Nord. Dopo un viaggio di 526 miglia, finiscono per stabilirsi a Fort Vermilion, sperduta cittadina di frontiera, una delle più povere comunità del paese. Tra ricordi veri e romanzati, in un alternarsi di personaggi memorabili, Ferguson racconta con ironia la sua infanzia nel Grande Nord, dove il Circolo Polare Artico sembra più vicino del resto del mondo.

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Recensioni degli utenti

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5 di 5 su 2 recensioni

AvvincenteDi F. Luigi-25 maggio 2012

Veramente un gran bel romanzo. Sarà l'ambientazione nel vasto Nordamerica a me particolarmente gradita, sarà la leggerezzaa con la quale l'autore descrive la sua crescita, per tutto questo ed altro ancora ritengo di mettere quest'opera tra i migliori romanzi di formazione della letteratura mondiale. Meritevole.

Vivere nel Grande NordDi M. Cristina-9 febbraio 2012

Molto bello questo romanzo autobiografico ambientato nel Grande Nord. Fort Vermilion è uno sperduto villaggio nelle foreste canadesi ai confini con i Northern Territories dove l'autore viene al mondo in modo alquanto avventuroso nel 1959. Si tratta di una delle più povere comunità del paese, dove si vive in capanne senza elettricità ed acqua corrente e col bagno esterno, dove la possibilità di raggiungere l'ospedale è legata al funzionamento dell'unico traghetto e dove un bambino di sette anni ha già una tale esperienza di vita da riuscire a sopravvivere da solo per quattro giorni nei boschi. Sembrerebbe una storia di miseria e di degrado, ma non lo è: nelle mani di Ferguson ne viene fuori una storia ottimistica, piena di fiducia nell'uomo, la storia di una comunità remota che per caso o per scelta deve rinunciare a gran parte di quella che chiamiamo civiltà, e ci riesce sorprendentemente bene.