I Viceré di Federico De Roberto edito da Garzanti

I Viceré

Editore:

Garzanti

A cura di:
M. Lavagetto
Data di Pubblicazione:
6 dicembre 2007
EAN:

9788811686347

ISBN:

8811686342

Pagine:
651
Formato:
rilegato
Acquistabile con la

Trama I Viceré

La nobile famiglia siciliana degli Uzeda è dilaniata da accaniti contrasti d'interesse che oppongono il principe Giacomo, duro e avido, al dissoluto conte Raimondo, il cinico e corrotto don Blasco al nipote Ludovico, monaco libertino, e alla sorella, donna Ferdinanda. Alle beghe di fratelli e parenti, sullo sfondo degli avvenimenti che segnano l'unità d'Italia, si aggiunge la lotta che tutti insieme sostengono per conservare gli antichi privilegi e la posizione di dominatori (nonostante il naufragio di alcuni singoli, come don Eugenio, finito in miseria). Così don Blasco è pronto ad approfittare della soppressione dei conventi per acquistare beni ecclesiastici; il vecchio don Gaspare non esita a fingere simpatie liberali, riuscendo a farsi eleggere deputato; Consalvo, l'ultimo degli Uzeda, si mescola a faccendieri corruttori pur di farsi eleggere a sua volta. Infine Giulente, giovane patriota, che nonostante il matrimonio con una Uzeda non ottiene la sperata promozione sociale, incarna il naufragio degli ideali della borghesia liberale.

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4 di 5 su 4 recensioni

Uno dei capolavori del verismo italianoDi C. Silvia-14 settembre 2011

Recentemente trasposto in un film per il cinema, I vicerè è la storia di una nobile famiglia catanese, analizzata attraverso lunghi anni, partendo dal funerale della crudele principessa Teresa, passando per i moti risorgimentali e concludendosi con le amare parole dell'erede Consalvo. De Roberto fa un ritratto crudele e disincantato delle patologie di una famiglia, mostrandosi degno erede dei più famosi romanzi di Emile Zolà.

Un affresco della Sicilia risorgimentale.Di P. Donatella-16 agosto 2011

Lo scrittore proietta davanti ai nostri occhi di lettore in maniera estremamente dettagliata e realistica le vicende spesso aspre ed egoistiche della dinastia degli Uzeda (appunto i Vicerè) con tutte le loro contraddizioni di aristocratici ormai legati a un mondo che cambia, a un mondo che sta per tramontare. L'amarezza e nello stesso tempo la verità che ci trasmette l'autore attraverso i suoi personaggi è anche la contrapposizione di un mondo di casta che sta per morire per poi rinascere a nuova forma e il personaggio che meglio interpreta questo passaggio temporale è il "principino" Consalvo, che decide di candidarsi al parlamento italiano convinto che se prima c'era un re assoluto a cui obbedire ora c'è un intero popolo, con la differenza che il popolo è più facile da ingannare in quanto meno egoista ma molto più servile. Giudico il libro come un grande classico che merita di essere letto non solo per la splendida prosa di De Roberto, ma soprattutto perché ci fa conoscere una delle tante contraddizioni legate a un periodo storico molto importante per l'Italia, quale è stato il Risorgimento.

Il risorgimento attraverso un romanzoDi L. Valentino-25 febbraio 2011

Un'appassionante avventura nata del genio di Federico De Roberto attraversa il percorso che porta all'unita d'Italia, raccontando le vicissitudini di una famiglia aristocratica siciliana che da filoborbonica si riscopre sostenitrice dell'Italia unita.

C'è tutto il pessimismo di De RobertoDi S. ELEONORA-10 settembre 2010

Questo romanzo narra la "saga" degli Uzeda, una nobile famiglia dilaniata da contrasti interni ed i cui membri sono aspramente disegnati da De Roberto, che li fa apparire al lettore come cinici, arrivisti ed egoisti, uniti solo al fine di non disperdere il cospicuo patrimonio familiare. Il libro risulta composto da schemi piuttosto fissi: la negatività è incontrastabile ed i protagonisti rimangono sempre uguali a se stessi, così come la storia...che sembra decretare inappellabilmente la vittoria del forte sul debole, dei prepotenti sugli indifesi. Un esempio di "romanzo grottesco" (si pensi, su tutti, all'episodio del parto di Chiara, e al feto messo "sotto spirito") che tuttavia resta a tratti molto distante dalla sensibilità odierna.