I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift edito da Ugo Mursia Editore
Alta reperibilità

I viaggi di Gulliver

Edizione:
4
A cura di:
R. Guarnieri
Data di Pubblicazione:
1990
EAN:

9788842505884

ISBN:

8842505889

Pagine:
92
Argomento:
Narrativa classica (bambini e ragazzi)
Età consigliata:
8 anni
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4 di 5 su 4 recensioni

Un piccolo grande classicoDi M. SONIA-24 febbraio 2017

Ha le qualità dei classici greci con la modernità del linguaggio e il millennio di saggezza accumulata nel frattempo. I quattro viaggi di Gulliver sono quattro momenti di riflessione sull'essere umano ma raccontati con capacità narrativa e divertente. Finale shock.

Da un'isola all'altraDi F. Michela-14 marzo 2012

Un romanzo senza tempo, un classico che può essere letto a più livelli: ne possiamo apprezzare la dimensione fantastica e avventurosa e la curiosità di incontrare strani e diversi popoli con abitudini altrettanto particolari, oppure scendere appena sotto la superficie e cogliere la satira della condizione umana, vedendo in quei popoli uno specchio, a volte distorto e deformante, dei vizi della società. In ogni caso rimane una lettura divertente e denza di spunti di riflessione.

Splendido raccontoDi D. Piergiorgio-29 febbraio 2012

Un racconto veramente splendido che ha incantato, incanta e sicuramente continuerà a farlo grande e piccini, una storia scritta benissimo ed originale. Un premio alla fantasia di uno scrittore che è riuscito a superare la banalità per raccontare le avventure di un uomo in viaggi in altri mondi. Il finale regala sorprese cosi' come ogni pagina letta. Davvero consigliata.

I viaggi di GulliverDi S. Silvia-21 febbraio 2011

Buono tutto l'impianto narrativo, ma il finale è dei migliori. Nell'immaginario dei lettori e anche non- di questo romanzo c'è l'immagine di Gulliver disteso sulla spiaggia di Lilliput, con tanti omuncoli che gli camminano addosso, la medesima immagine che vedo ora ritratta nella copertina. Ottimo per cominciare la conoscenza di questo autore. E' un'immagine parziale e limitata di questo capolavoro di Swift, perché, a mio parere, il viaggio di Gulliver a Lilliput, che è il primo dei quattro raccontati nel romanzo, è forse il meno interessante dal punto di vista del valore letterario dell'opera. Di sicuro è il racconto più fantastico e divertente, insieme con quello del viaggio immediatamente successivo, nel rovesciato regno di Brobdingnag, dove gli abitanti sono alti come torri e Gulliver è più piccolo del nano di corte della Regina. La loro lettura, accompagnata dalle vivide immagini davanti agli occhi delle disavventure del povero Gulliver, che, tra le altre, finisce per i tre quarti del corpo dentro l'ossobuco avidamente spolpato dalla regina di Brobdingnag, mi ha divertito e stimolato la fantasia. Negli ultimi due viaggi narrati nel libro, il tono cambia e predomina una sarcastica critica ai costumi e alle idee delle società cosiddette civili, dove regnano la superbia intellettuale e i sofismi machiavellici. E così nel regno di Lagado - in cui le uniche scienze studiate sono la matematica e la musica ma i cui abitanti creano solo sgorbi, case storte e vestiti sbilenchi - si legge una feroce critica al razionalismo cartesiano, che considera la matematica il solo modello metodologico di tutto il sapere (non c'è spazio per la fantasia e l'invenzione). Mentre gli Houyhnhnm, animali simili ai cavalli, il cui paese è la meta dell'ultimo viaggio di Gulliver, governano e tengono come schiavi altre bestie, gli yahoo, del tutto simili agli uomini, e vivono secondo una concezione filosofica assimilabile all'illuminismo naturalistico, nel perfetto binomio Natura-Ragione che li rende razionali e immuni dai vizi umani quali la menzogna, la dissimulazione e tutto ciò che porta alla dubitazione intellettuale. Nonostante il tono di ammirazione per quest'ultimo popolo, la cui vita sembra perfetta, emergono critiche anche a questo sistema di pensiero, che non conosce dubbi ma solo certezze conoscitive, "giacché la Ragione ci insegna ad asserire o negare soltanto le cose di cui siamo certi; e al di là del nostro sapere, né l'una né l'altra cosa è possibile...". Gulliver (cioè Swift), sempre straniero tra i suoi simili, dopo averci guidato in allegorici viaggi attraverso utopistici paesi con la finalità di mettere alla berlina i costumi dei contemporanei, giunge a una conclusione amarissima, una condanna senza appello, seppur con il sorriso sulle labbra, del genere umano che abusa della Ragione per svilirla in vizi e difetti che lo rendono avido e insensibile: "La mia riconciliazione con la specie degli yahoo in generale non sarebbe forse così difficile, se essi si accontentassero dei vizi e follie cui Natura li ha destinatima quando vedo un cumulo di deformità e malattie, così fisiche come spirituali, gonfiarsi di orgoglio, allora immediatamente crollano tutti i limiti della mia sopportazione". Un insegnamento di valore universale, lasciatoci da un grande scrittore che è considerato un precursore dell'Illuminismo, ma anche capace di coglierne in anticipo gli aspetti negativi.