La via della seta. Dèi, guerrieri, mercanti di Luce Boulnois edito da Bompiani
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La via della seta. Dèi, guerrieri, mercanti

Editore:

Bompiani

Traduttore:
Littardi F.
Data di Pubblicazione:
19 ottobre 2005
EAN:

9788845234477

ISBN:

8845234479

Pagine:
576
Formato:
brossura
Argomento:
Commercio internazionale
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione La via della seta. Dèi, guerrieri, mercanti

Samarcanda, Bukhara, Khotan o Chang'an: sono alcune tappe dei famosi itinerari tra Oriente e Occidente lungo la via commerciale più famosa del mondo, molto evocata e spesso idealizzata dagli esploratori occidentali di fine Ottocento e inizio Novecento. Ma in che modo gli antichi romani scoprirono quei luoghi remotissimi? Cosa sapevano i cinesi del mondo europeo e come hanno fatto a conservare per secoli il segreto della produzione della seta? Marco Polo è davvero arrivato in Cina, oppure è stato solo una figura leggendaria? In questo libro che copre più di dieci secoli di storia, Luce Boulnois ha riversato lo studio prodigioso e appassionato di una vita. E, attraverso un'analisi rigorosa e documentata, risponde a ognuna di queste domande, raccontandoci i rapporti tra Oriente e Occidente e le reciproche influenze alla luce delle ultime scoperte archeologiche e dei recenti sconvolgimenti geopolitici.

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3 di 5 su 1 recensione

La seta come merce di scambioDi S. Vito-19 ottobre 2010

"La via della seta" è uno studio che investiga il volume dei commerci internazionali. A questa tematica vengono saldati alcuni aspetti importanti della storia dell’umanità relativi alla cultura e alla religione nell’immenso bacino euro-asiatico. La trattazione storica comincia con la disamina delle varie ipotesi che sono state formulate sulla prima apparizione della seta in Occidente. Dopo un’approfondita trattazione dei rapporti tra Oriente e Occidente nel periodo dell’impero romano e dell’impero Han (in Cina) comincia l’esposizione di un punto focale della storia euro-asiatica: l'apertura della Cina verso occidente. Lungo e faticoso è stato questo percorso, ma è stato dettato da motivi strategici e politici. L'impero cinese Han aveva infatti un grosso problema: la minaccia dei nomadi (i Mongoli) che incombevano sui confini. I cinesi cercarono appoggio presso i regni limitrofi a ovest per avere un sostegno e concertare una difesa migliore. Qual era lo strumento tramite il quale le ambasciate cinesi riuscivano ad aprire le dogane dei regni vicini? Il dono della stoffa serica grezza o lavorata in finissimi tessuti. E' più o meno attorno al primo-secondo sec d.C. che, dunque, la seta comincia ad acquisire quel prestigio che avrebbe conservato fino alla fine del XIX secolo: il prestigio di essere considerata, per via della sua rarità e preziosità, alla stessa stregua di una moneta di scambio. Ma i cinesi in cambio cosa volevano? I cavalli delle steppe dell'Asia centrale, l'arma più micidiale che i mongoli possedevano per fare le loro brevi ma devastanti incursioni. I cinesi sapevano che non avrebbero vinto nessuna guerra contro i nomadi senza una cavalleria proveniente dall'Asia centrale. In una prospettiva storica globale, l’autrice dimostra che il valore di scambio della seta rimase alto lungo tutto il Medioevo e l’età moderna fino alla fondazione di un’industria lionese della seta (seconda metà del XIX secolo), prodotta meglio e soprattutto "sgravata" dai costi di trasporto, e tanto da spiegare i tentativi dei colonizzatori europei ottocenteschi di incidere sul mercato internazionale penalizzando le esportazioni cinesi con la forza. L'autrice non manca di osservare però come la Cina non sia mai stata politicamente "conquistata", benché abbia dovuto accettare la forzata apertura dei suoi porti ai mercanti inglesi e francesi , influenzando così, in maniera negativa, l'atteggiamento che i cinesi hanno avuto per tutto il XX secolo nei confronti degli europei. La morale del saggio è questa: l'Europa romana, medievale e moderna non è mai riuscita a scambiare con la Cina alla pari, poiché non fu in grado di produrre un manufatto tanto prestigioso e rifinito quanto quelli di seta prodotti in Cina. L'unica chance che avevano gli Occidentali era quella di pagare a caro prezzo il lusso attraverso la moneta sonante. Con tale disequilibrio si spiegano le lamentele dei moralisti romani e dei protezionisti (in età moderna) circa il problema dell'impoverimento dello Stato europeo. Libro interessante in cui vengono evidenziati una serie di collegamenti che sfuggono nella prospettiva spesso limitata della storia eurocentrica. Tuttavia il saggio soffre di un’eccessiva prolissità che, a volte, fa smarrire la via maestra: avrebbe guadagnato in levità se fosse stato un poco sfoltito.