La via per l'Oxiana di Robert Byron edito da Adelphi

La via per l'Oxiana

Editore:

Adelphi

Collana:
Gli Adelphi
Edizione:
3
Traduttore:
Bellone M. G.
Data di Pubblicazione:
4 ottobre 2000
EAN:

9788845915741

ISBN:

8845915743

Pagine:
402
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Descrizione La via per l'Oxiana

Gentiluomo erudito, eccentrico ed esteta, Robert Byron scrisse opere innovative sulla civiltà bizantina e sull'architettura islamica. Si sa che per un vero viaggiatore esiste un epicentro dell'attrazione e questo sta ad alcune migliaia di chilometri nell'Asia centrale fra l'Afghanistan, l'altopiano iranico e quella terra di sogni che si chiamò Oxiana, semideserta, ma popolata dal ricordo di un antico, verdissimo paradiso. Verso l'Oxiana si può procedere sulle orme di Alessandro o di Marco Polo, ma è più divertente seguire quelle di Byron, partendo da Venezia, porta di ogni Oriente e poi risalire verso il cuore dell'Asia da Cipro alla Palestina alla Siria e così via.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 7 recensioni

Il filo che lega Chatwin a ByronDi B. Roberto-6 giugno 2019

Un mondo reale ma fantastico, paesi, luoghi e profumi, che forse ora non ci sono più. Un altro modo di viaggiare, un po' snob, ma comunque bellissimo.

Lo spirito del viaggiareDi W. Lina-24 aprile 2012

Un saggio per chi subisce il fascino di quella zona dell'Asia dove le razze, le lingue, le società si sono sempre incontrate ed oggi si scontrano. La descrizione di un viaggio di quasi un anno tra Persia, Iraq ed India che ci fa vivere tutta la magia, la suggestione di queste popolazioni e ci fa respirare le culture secolari che forse dovremmo imparare a conoscere più a fondo, non per spirito cosmopolita, ma per puro egoismo, per sete di conoscenza.

Non è ChatwinDi L. Renata-28 marzo 2012

Non e' un filosofo Byron, nè un geografo e nemmeno un naturalista, questo lo chiarisce a chiare lettere e l'interesse che lo muove a raggiungere i territori dell'Afghanistan e' puramente artistico, la sua è un'affascinante ricerca filologica. "La Via per L'Oxiana" quindi non e' un libro di esplorazioni e ne potrebbe rimanere deluso chi cerca in esso le atmosfere alla Chatwin o alla Kerouac. Lettura difficile quindi, al pari di un qualsiasi testo di storia dell'arte asiatica e non deve farvi cadere in inganno il fatto che si parli di Afghanistan perche' l'Oxiana di Byron non è quella descritta Khaled Hosseini.

La via per l'OxianaDi L. Michele-31 luglio 2011

Mi raccomando, non aspettatevi di leggere un novello chatwin col suo stile fresco e giornalistico. Certo Byron non è un giornalista, e si sente che lui va più alla ricerca del bello, del monumento, della costruzione, dell'archeologia. Ma è anche capace di prendere spunto da un sasso e narrarti la storia di come quel sasso sia giunto a noi, e perché. Quello che manca un po' è il lato femminile: possibile che in tanti mesi in giro per quella parte di mondo che comincia in Turchia e finisce alle porte dell'India, non si sia incontrata una figura femminile? Capisco eventualmente il riserbo per le cose personali, non ultimo un po' di gayismo del buon Robert, ma... L'uomo non è di legno! Comunque accettiamo Byron per quello che è, e lo seguiamo in questo viaggio sul filo dell'archeologia, che nasce a Venezia, e poi si snoda (e già a sentirne i nomi viene voglia di seguirne le tracce) , a Cipro, e poi Gerusalemme, Damasco, Beirut, e poi di nuovo Damasco fino a Baghdad. Da qui si entra in quel mondo persiano ed afghano, che da un lato lo porta a Teheran (dove ci sono pagine magistrali sul carattere non arabo di questo popolo di antiche origini, e culla della prima religione monoteista nota, quei famosi zoroastriani ora quasi scomparsi) e poi con fatica e dopo molte peripezie a Herat. Certo arriverà anche a Kabul, ma è qui a Herat che ci fa riconoscere le mille meraviglie che potrebbero celarsi in questi luoghi, crogiolo di arrivo di culture diverse e antagoniste, non ultima quella, per me ancora misteriosa, dei mongoli di Gengis e di Timur di Samarcanda. Per poi uscire da questa regione per la strada percorsa dai Moghul che colonizzarono l'India, approdando (parola poco appropriata per un valico di montagna) a Pashwar (nell'odierno Pakistan) . Ed in mezzo tutte quelle storie, sia delle civiltà che passavano per i luoghi, sia del mondo attuale, con tutto lo stuolo di autentici personaggi, dai diplomatici stranieri in missione, agli avventurieri in giro alla ricerca di fortune, ai burocrati locali legati a riti sociali ed a comportamenti che meriterebbero libri a sé. Insomma, una scoperta piacevolissima, un volo per una regione di cui conosco i margini e che mi attira sempre di più.

La via per l'OxianaDi r. andrea-5 aprile 2011

Lo presi perché ne lessi lodi sperticate in un libro di un altro autore. Questo il motivo della mia curiosità. Premetto che se non siete interessati all'architettura islamica, la lettura di questo libro è insostenibile. Ha senza dubbio dei pregi: un viaggio di 11 mesi, da Venezia al Nord dell'Afghanistan è interessante di per sè. Meravigliose le sfumature che Robert Byron (niente a che vedere col più famoso George) coglie durante il percorso. I difetti sono nella lunghezza: 400 pagine per un libro che poteva, forse, essere grande la metà. O forse il doppio. Ma se si superano le descrizioni didattiche sui capolavori architettonici tra la Persia e l'India, se si ingoia quella saccenza e presunzione di classico stampo britannico, allora la lettura è piacevole. E' valsa la pena di leggerlo? Sì, direi proprio di sì.

La via per l'OxianaDi g. andrea-5 ottobre 2010

Interessante osservare come Bruce Chatwin amasse tanto il libro di Byron, da riprodurne nella sua prosa vezzi stilistici e descrittivi.