Versi del senso perso di Toti Scialoja edito da Einaudi

Versi del senso perso

Editore:

Einaudi

Data di Pubblicazione:
17 febbraio 2009
EAN:

9788806193959

ISBN:

8806193953

Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Versi del senso perso

Nel 1989 Toti Scialoja raccolse sotto l'insegna del "senso perso" tutte le sue poesie, fino ad allora riservate a un pubblico di amici, bambini e intenditori: da "Topo, topo, senza scopo, / dopo te cosa vien dopo?" sino a "La tristizia, il nevischio, il solstizio d'inverno / nel buio natalizio sono sempre di turno...". Partendo dalla strofa infantile si attraversa uno zoo di animali perplessi che si squamano in sillabe, si intrattengono con il gioco commerci non occasionali, si raggiunge la lirica dalla direzione più inattesa. Si chiedeva Giorgio Manganelli: "Non sarà Scialoja un petrarchesco che si è bruscamente accorto di quante possibilità offra una meticolosa dementia praecox?" Sono filastrocche filosofali: "Sento un topo nello stipo. / Lo spalanco: topo bianco!"; tiritere reiterate: "La mucca di Lucca / che gira in parrucca / in mezzo alla vigna / e allunga la lingua / ammicca o pilucca?"; invenzioni inveterate "Ieri vidi tre levrieri / mogi mogi, / oggi vedo tre levroggi neri neri, / che domani sloggeranno / levri levri"; lapidi lepide e rapide: "Ahi, la vespa / com'è pesta! Era vispa, / non fu lesta". Quello che oggi possiamo finalmente rileggere è l'inimitabile repertorio in cui Toti Scialoja ha collaudato l'esattezza del principio da lui stesso enunciato: "Nel nonsense la parola è alla prova del nulla".

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Recensioni degli utenti

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5 di 5 su 1 recensione

Versi del senso persoDi c. lorenzo-28 ottobre 2010

n questo volume sono raccolte tutte le poesie "per bambini" di Scialoja; mancano purtroppo le illustrazioni che davano gioia agli occhi nei volumi originali e nella splendida, introvabile antologia "Quando la talpa vuol ballare il tango". Gli "incantesimi sonori" di Scialoja sono tra le migliori cose della poesia italiana del Novecento. Debitore alle rime del Corriere dei Piccoli, a Lear, a Lewis Carroll ma anche a Penna e Montale; insomma divertenti per i bambini, piene di nonsensico senso per chi un po' bambino è rimasto