La vera storia di Peter Pan. Un bacio salva la vita edito da Cittadella
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La vera storia di Peter Pan. Un bacio salva la vita

a cura di

G. Salonia

Editore:

Cittadella

Collana:
Diàpathos
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2015
EAN:

9788830815025

ISBN:

8830815020

Argomento:
Psicologia clinica
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Descrizione La vera storia di Peter Pan. Un bacio salva la vita

Peter Pan è uno dei testi più incompresi e mistificati della letteratura per l'infanzia. Presentato come la storia di un bambino che non vuole crescere, esso rivela in realtà la tendenza diffusa a etichettare il comportamento dei bambini e a creare teorie salva-adulti: il complesso di Edipo, di Telemaco, di Peter Pan. Ma chi è Peter? Basta aprire il libro per scoprirlo: "Se voi, o io, o Wendy fossimo stati là, avremmo visto che Peter Pan assomigliava proprio al bacio della signora Darling". Il volto di Peter è quello del bacio che mamma Darling trattiene sull'angolo della sua bocca: il bacio che non raggiunge Wendy, il suo desiderio, il suo corpo. Il bacio che sotto le specie del bottone di Peter di lì a poco le salverà la vita. Tale è lo sfondo ermeneutico da cui emerge in questo libro il punto di vista gestaltico su Peter. Con registri diversi: dalla teoria clinica alla psicoterapia infantile, dalla critica semantica al pensiero educativo.

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5 di 5 su 1 recensione

Peter Pan: un racconto, diverse sfaccettature.Di Z. Gemma-1 maggio 2020

Ho apprezzato moltissimo la lettura di " la vera storia di Peter Pan. Un bacio salva la vita" in quanto non solo mi ha riportata alla mia infanzia attraverso l'analisi di un racconto a me molto caro, ma anche perché mi ha aperto un nuovo orizzonte, una nuova prospettiva in chiave psicologica - relazionale di esso. Molto spesso i bambini vengono puniti per i loro comportamenti scorretti perché si è "monelli" o "capricciosi" senza minimamente riflettere sul motivo per cui il bimbo si comporti in quel determinato modo; in quanto è più semplice creare teorie "salva-adulti" anziché riflettere ed analizzare accuratamente le cause che scaturiscono tali atteggiamenti. Il processo di elaborazione, punto cardine del testo in questione, mi ha aperto un nuovo modo di interpretare il racconto in maniera nostalgica e direi anche in una lettura quasi sofferta e dolorosa di quello che è il vero senso del "bacio non dato"; quel bacio, quel calore che ogni bambino merita di ricevere ma che purtroppo non sempre riceve. Il bacio mancato non aiuta il bambino a crescere né a maturare e di conseguenza a giungere all'età adulta con leggerezza e allo stesso tempo sicurezza del proprio posto nel mondo, ma ne blocca il giusto sviluppo mentale e fisico. Basti pensare al fatto che non ricevendo "il bacio", il bambino non sarà capace di donare quel bacio che "rimane nell'angolo destro delle labbra" e lì rimarrà per sempre, costringendolo a rimanere bloccato nel limbo di un non futuro, o per meglio dire, di un futuro che è la costante ripetizione dello stesso tempo tale da essere definito: l'eterno bambino.