Ventosa. Antico paese del Sud di Erasmo Falso edito da Graficart

Ventosa. Antico paese del Sud

Editore:

Graficart

Data di Pubblicazione:
2004
EAN:

9788889021064

ISBN:

8889021063

Pagine:
344
Formato:
rilegato
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Descrizione Ventosa. Antico paese del Sud

Erasmo Falso (Carinola 1946 - Ventosa 2004) con il suo lavoro Ventosa, antico paese del sud, ci consegna, attraverso il suo impianto diacronico, sostenuto da precisi e puntuali riferimenti archivistici e un'esposizione semplice e chiara dei contenuti, un documento storico, dal IX al XX secolo, di Ventosa, piccolo paese di collina immerso nel verde delle querce e degli ulivi, frazione del Comune di Santi Cosma e Damiano (LT), antico casale di Castelforte fino al 1820 e, poi, sua frazione dal 1928 al 1947, affacciato sulla piana del Garigliano e sul Golfo di Gaeta, i cui abitanti, nella stragrande maggioranza contadini, fotografati con la loro cultura e civiltà, "hanno lottato sempre con tutte le proprie forze per strappare all'ambiente le sue piccole risorse, capaci, comunque, di garantire la sopravvivenza sulla terra che era stata dei loro genitori". Erano poveri, semplici nel vivere, analfabeti sì, ma uomini, galantuomini, laboriosi, tenaci, con un progetto di vita, capaci di affrontare e superare le difficoltà, di riprendersi, di gestire situazioni nuove, capaci di realizzare, la maggior parte di loro, il riscatto sociale e culturale. L'opera contiene una complessità di messaggi che sono nella società di oggi universali, estensibili anche ad altre realtà planetarie; si propone come un valido strumento di lettura e di riflessione molto utile anche per la sua componente pedagogica, utile negli interventi di recupero soprattutto della dimensione umana e sociale di quegli adolescenti e di quei giovani fragili nella società di oggi. E' utile allo storico in genere, a chi si interessa di analisi e dinamiche del territorio, allo studioso di antropologia culturale, al filologo. Il libro Ventosa, antico paese del sud, frutto di ben sette anni di ricerche in archivi, di osservazioni in loco, di informazioni raccolte direttamente da personaggi protagonisti, testimoni oculari di fatti, di eventi storici del paese, è un saggio di geografia antropica, di letteratura civile, di letteratura realista e regionalista. E' un libro non di semplice storia locale. E' ricco di notizie sulla storia nazionale e contiene informazioni su paesi europei ed extraeuropei e riferimenti a scrittori della letteratura italiana (Leopardi, Verga, Ungaretti). Numerose sono anche le notizie riguardanti i comuni di Minturno, Formia, Gaeta, Fondi, Itri. Contiene una toponomastica con la relativa etimologia, lessico dialettale, una valida documentazione fotografica, temi quali l'analfabetismo, l'istruzione pubblica e privata, la discriminazione sociale della donna, l'economia, la salute pubblica, il brigantaggio, la politica, la guerra, il lavoro e l'emigrazione, la vita autentica, tranquilla e silenziosa della campagna in contrapposizione a quella convulsa ed agitata della città. Erasmo Falso, nel capitolo XXVIII, l'ultimo del libro, intitolato Porte chiuse, ci fa rivivere le voci dei nostri genitori in quella situazione di povertà e di crisi occupazionale in cui versava il paese nella prima metà del XX secolo che costrinse numerose famiglie ad emigrare; (... "Birra a volontà per i paesani. Domani si parte per l'America". ...Anche i ragazzi bevvero. Ma a loro quella birra, roba da ricchi, parve amara. Un po' perché non c'erano abituati, un po' perché avrebbero perso anche Antonio e Gianni. Come avevano e avrebbero perso tanti altri compagni di gioco, costretti a seguire i genitori nel miraggio di un futuro migliore. ... C'era, in questa fuga dal paese, anche un forte desiderio di riscatto sociale e culturale. Vedere un figlio impiegato o professionista e non più contadino o strammaro sarebbe stata una conquista straordinaria anche per i genitori, capaci, proprio loro, di spezzare la catena secolare di povertà che aveva tenuto legata per secoli la famiglia. ...). Falso, osservatore attento e fotografo dello stato di abbandono in cui versava il proprio paese, chiude il lavoro affidandosi alla sensibilità e alla responsabiltà morale degli amministratori di oggi e di domani: Se nel silenzio delle sue vie/ non vediamo voti/ che possono gonfiare/ la nostra ambizione di politici/ dimentichiamo pure/ che esiste Ventosa./ Se nel silenzio delle sue vie/ vediamo uomini e donne/ attraversare il millennio/ che si chiude/ educando i figli/ alla bellezza dell'onestà/ e alla dignità del lavoro,/ se sul silenzio delle sue vie/ vogliamo che si riaprano/ più spesso e più belle/ le case dei suoi emigranti,/ se sul silenzio delle sue vie/ vogliamo che il forestiero/ legga il rispetto del passato/ e ammiri la sensibiltà dell'amministratore,/ ricordiamoci/ che esiste anche Ventosa.

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