Venezia e l'impero 962-1250. I rapporti politici, commerciali e di traffico nel periodo imperiale germanico di Gerhard Rösch edito da Il Veltro

Venezia e l'impero 962-1250. I rapporti politici, commerciali e di traffico nel periodo imperiale germanico

Editore:

Il Veltro

Traduttore:
Vinci Orlando C.
Data di Pubblicazione:
1985
EAN:

9788885015241

ISBN:

8885015247

Pagine:
358
Argomenti:
Storia medievale, Storia economica
Acquistabile con la

Descrizione Venezia e l'impero 962-1250. I rapporti politici, commerciali e di traffico nel periodo imperiale germanico

Le relazioni commerciali tra Venezia e l'Impero germanico medioevale, compreso il Regno italico, costituiscono l'argomento di questo volume. Si tratta di un'indagine compiuta dallo studioso germanico Gerhard Rösch sulla base di un esame accurato delle fonti, da cui deriva un'informazione, che risulta poi organizzata in categorie chiare. L'Autore sostiene che Venezia riuscì a monopolizzare il commercio su vasta scala di generi alimentari in tutta l'Italia settentrionale già nel 1250, mediante il controllo delle vie d'acqua e il mercato all'ingrosso di Rialto, e afferma che la costruzione del Forte Marcami sul delta del Po nel 1258 rese completo tale monopolio.

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5 di 5 su 1 recensione

RECENSIONEDi T. FRANCO-13 agosto 2008

Le relazioni commerciali tra Venezia e l'Impero germanico medioevale, compreso il Regno italico, costituiscono l'argomento di questo volume, pubblicato nella "Bibliothek des Deutschen Historischen Instituts in Rom" ed edito dalla Max Nuemeyer Verlag di Tübingen. Si tratta di un'indagine mai prima affrontata, compiuta da Gerhard Rösch sulla base di un esame accurato delle fonti, da cui deriva un'informazione, che risulta poi organizzata in categorie chiare. Il libro racconta una storia nuova sia per gli economisti, sia per gli storici, e si raccomanda anche al lettore non specialista, che vi troverà motivi di valido interesse. L'Impero germanico è definito il territorio, sia a nord che a sud delle Alpi, che fu sotto gli imperatori germanici medievali dal regno di Ottone il Grande alla morte di Federico II Hohenstaufen. Sono escluse dall'A. Genova e Pisa. Indipendente dagli imperatori germanici, il ducato di Venezia comprendeva le isole della laguna e il litorale dell'Adriatico superiore fra Grado e la foce dell'Adige. Nell'opera si analizzano quelle convenzioni tra il Doge veneziano e i sovrani del Regno italico, che si presentano come accordi o come privilegi nei "pacta imperiali", diventando la base delle relazioni commerciali. D'altra parte, rileva l'A., la tradizione di questi accordi è più antica di quella dello Stato ottoniano, per cui tutti i pacta nelle loro clausole si possono seguire risalendo fino al primo documento pervenutoci, che era stato rilasciato da Lotario I nell'anno 840. Dall'incoronazione dell'imperatore Ottone I fino al tempo di Federico II i sovrani rinnovarono con poche eccezioni il documento, dopo di che la carenza di un potere imperiale pose fine alla tradizione. Segue il capitolo "Vie commerciali e sfere d'interesse", che costituisce uno studio di carattere geografico. All'interno di quest'area di vie d'acqua e di terra, si svilupparono numerosi istituti giuridici intesi a regolare il commercio. Rösch illustra quindi l'istituzione denominata «iudices forensecorum», o corti di giustizia per forestieri, la legislazione commerciale, i diritti doganali e le imposte relative al commercio. Attraverso una funzionale rete di strutture istituzionali la politica veneziana di quei secoli protesse efficacemente le necessità e gli interessi del proprio commercio. I capitoli successivi riguardano il commercio tra la Germania e Venezia dal X secolo alla metà del XIII e il commercio tra Venezia e il Regnum Italiae, escluse le città marinare d'Occidente. Giungendo via Treviso o Verona i Tedeschi portavano a Venezia argento, oro, rame, ferro, altre leghe, cuoio, pelli, legname e forse panno tedesco. Venezia esportava invece pepe, spezie, sete, manufatti di lusso, e perfino olio e fichi. Si riesamina l'interessante storia di Bernandus Teutonicus, il magnate d'affari tedesco a Venezia, e si delinea la nascita del Fondaco dei Tedeschi, il quartier generale dei mercanti tedeschi a Venezia. Per quanto riguarda il commercio tra Venezia e il Regno italico, sono discussi gli scambi della Serenissima con le più importanti città: Aquileia, Bergamo, Brescia, Cremona, Bologna, Ferrara, Forlì, Ancona, Mantova, Milano, Modena, Padova, Parma, Piacenza, Pavia, Ravenna, Rimini, Treviso, Trieste, Verona, Vicenza e città della Toscana, Firenze, Lucca, Siena, e inoltre mote città minori. Nell'ultimo capitolo "Il commercio veneziano degli alimentari con l'Italia settentrionale dagli inizi fino alla costruzione del Forte Marcamò", l'A. illustra tutta la complessa politica messa in atto dalla Repubblica veneta per assicurarsi l'approvvigionamento di derrate alimentari di ogni sorta per il proprio consumo, che arrivò anche al monopolio, quando i rapporti di potere lo consentirono. In quest'ambito della vita economica lo Stato intervenne in misura di gran lunga maggiore di quanto non avvenisse di consueto: imposizione di prezzi, dazi, istituzione di una magistratura veneziana per singoli generi alimentari ed infine il sistematico accaparramento per ragioni di Stato furono i mezzi di tale politica. Momento particolarmente significativo fu l'attuazione nel 1224 di un blocco commerciale contro Padova, di cui si trova testimonianza nel Liber Plegiorum, il più antico registro di Stato veneziano che si sia conservato, e che costituisce appunto la fonte principale per la storia delle relazioni economiche tra Venezia e l'Italia settentrionale nella prima metà del XIII secolo. Concludendo il Rösch sostiene che Venezia riuscì a monopolizzare il commercio su vasta scala di generi alimentari in tutta l'Italia settentrionale già nel 1250, mediante il controllo delle vie d'acqua e il mercato all'ingrosso di Rialto, e afferma che la costruzione del Forte Marcami sul delta del Po nel 1258 rese completo tale monopolio. Franco Tagliarini