Venezia, il cardine d'Europa (1081-1797) di William H. Mcneill edito da Il Veltro

Venezia, il cardine d'Europa (1081-1797)

Editore:

Il Veltro

Edizione:
2
Traduttore:
Delfino S.
Data di Pubblicazione:
1984
EAN:

9788885015043

ISBN:

8885015042

Pagine:
400
Acquistabile con la

Descrizione Venezia, il cardine d'Europa (1081-1797)

William McNeill focalizza l'attenzione su Venezia e i veneziani quali principali mediatori e tramiti tra le regioni dell'Adriatico, dell'Egeo e del Mar Nero, descrivendo le relazioni nate dal mare, tra le comunità cristiane, latine ed ortodosse nel periodo che va dal 1081 al 1797. Per settecento anni, dal dodicesimo al diciottesimo secolo, la Repubblica Veneta ha avuto un ruolo chiave negli scambi culturali tra i popoli d'Europa meridionale ed orientale. L'Autore propone una sintesi ed un modello alternativo di storia in campi non ancora esplorati ed una diversa visione di Venezia considerata come cardine dell'Europa per il suo ruolo unico di frontiera tra il mondo cattolico e quello ortodosso.

Spedizione GRATUITA sopra € 25
€ 18.00
Attualmente non disponibile, ma ordinabile (previsti 15-20 giorni)
Effettua l'ordine e cominceremo subito la ricerca di questo prodotto. L'importo ti sarà addebitato solo al momento della spedizione.
servizio Prenota Ritiri su libro Venezia, il cardine d'Europa (1081-1797)
Prenota e ritira
Scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
5 di 5 su 1 recensione

RECENSIONEDi T. FRANCO-31 luglio 2008

Questo saggio - giunto alla seconda edizione - è la traduzione italiana di un importante volume di storia, frutto di un accordo tra « Il Veltro Editrice» e la «University of Chicago Press». Nel libro l'Autore, professore di storia all'Università di Chicago, autore di numerosi studi e vincitore del National Book Award for History nel 1964, focalizza l'attenzione su Venezia e i veneziani quali principali mediatori e tramiti tra le regioni dell'Adriatico, dell'Egeo e del Mar Nero, descrivendo le relazioni nate dal mare, tra le comunità cristiane, latine ed ortodosse nel periodo che va dal 1081 al 1797. Queste due date sono state prescelte dallo studioso statunitense in quanto segnano la nascita ed il tramonto della Repubblica Veneta, che cessò di esistere esattamente sette secoli dopo la Prima Crociata, inizio dell'avventura imperiale latina nel Levante. Per settecento anni, dal dodicesimo al diciottesimo secolo, la Repubblica Veneta ha avuto un ruolo chiave negli scambi culturali tra i popoli dell'Europa meridionale ed orientale. Agli inizi, e per tutto il Medio Evo, quando l'esistenza e la sopravvivenza della Repubblica dipendevano soprattutto dall'attività commerciale, i veneziani furono i più instancabili tramiti tra le comunità latine d'occidente e quelle greche, slave e turche nel Levante. Quando, dopo molti secoli, i veneziani occupati dal governo e dall'amministrazione della Terraferma smisero di impegnarsi regolarmente in imprese commerciali oltremare, le comunità greche e turche che si erano stabilite esse stesse nella città lagunare crearono, sia con il commercio sia con altre attività, nuovi e durevoli legami tra l'est e l'ovest. Venezia divenne una potenza imperiale subito dopo la Prima Crociata - la conquista di Tiro risale al 1124 - continuò a governare ininterrottamente popolazioni ortodosse sino alla caduta dello Stato nel 1797. L'isola di Creta, dominio veneziano per quattro secoli e mezzo - dal 1211 al 1669 - preziosa ed importante colonia della Serenissima a causa della sua privilegiata posizione geografica nel cuore delle vie commerciali di allora, non solo fu un centro notevolissimo dei traffici marittimi, ma anche sede di un grande movimento artistico e culturale, collegato con la precedente tradizione greca, ma che portava i segni inconfondibili dell'influenza veneziana. La fama dell'Università di Padova, sotto giurisdizione veneziana dal 1405, diede a quella istituzione una notevole forza traente nel mondo ortodosso durante il sedicesimo ed il diciassettesimo secolo. La politica della Repubblica, che fino al 1630 fu spesso in contrasto con quella dello Stato Pontificio, e l'atteggiamento dello Studio, che si oppose con forza alle pressioni della Chiesa che voleva imporvi un conformismo religioso, resero quella Università particolarmente gradita agli studenti ortodossi, che vi seguivano numerosi i corsi di filosofia e medicina. Infine, la posizione geografica della città, posta al vertice dell'Adriatico, quasi marginale rispetto al mondo latino e nello stesso tempo centro di un intenso traffico con le regioni del Europa settentrionale fino a tutto il '600, rese Venezia luogo ideale di incontro per gli stranieri quasi predestinandola ad avere quel ruolo privilegiato che ebbe negli scambi culturali tra popoli di civiltà così diverse. Protagonisti di questo saggio sono popoli di lingua romanza, greca, slava e turca: una tale diversità presenta degli ostacoli notevoli alla comprensione degli avvenimenti che si svolsero attraverso così numerose frontiere linguistiche ed ha avuto come conseguenza una scarsità di studi storici sull'argomento, determinata anche dall'interesse degli studiosi a valorizzare le conquiste dell'una o dell'altra nazione e dagli antichi antagonismi tra cattolici ed ortodossi e tra cristiani e musulmani, che hanno portato a diminuire l'importanza dei legami che effettivamente vi furono tra l'Europa meridionale ed orientale. Di qui l'importanza e la validità dello studio dell'Autore, che ha come obiettivo principale l'ambito paneuropeo e pone alla base della sua ricerca modelli di acculturazione o di repulsione culturale. Egli propone una sintesi ed un modello alternativo di storia in campi non ancora esplorati ed ha una diversa visione di Venezia considerata come cardine dell'Europa per il suo ruolo unico di frontiera tra il mondo cattolico e quello ortodosso. Franco Tagliarini