Vendetta. La vera storia della caccia ai terroristi delle Olimpiadi di Monaco 1972 di George Jonas edito da Rizzoli

Vendetta. La vera storia della caccia ai terroristi delle Olimpiadi di Monaco 1972

Editore:

Rizzoli

Edizione:
2
Traduttore:
Dell'Orto A.
Data di Pubblicazione:
11 gennaio 2006
EAN:

9788817010023

ISBN:

8817010022

Pagine:
455
Formato:
rilegato
Acquistabile con la

Descrizione Vendetta. La vera storia della caccia ai terroristi delle Olimpiadi di Monaco 1972

Il 5 settembre 1972, un commando palestinese di Settembre Nero fa irruzione nel villaggio olimpico di Monaco e sequestra alcuni atleti israeliani. L'azione si concluderà con un bagno di sangue: moriranno undici atleti, sette terroristi e un poliziotto tedesco. Subito il Mossad organizza una rappresaglia: undici persone legate al terrorismo palestinese e ai fatti di Monaco dovranno morire. Un agente e altri quattro uomini vengono incaricati della missione. Il risultato sarà una lunga scia di sangue. Nell'autunno del 1981, il giornalista George Jonas incontra l'ex agente Avner, e lo convince a raccontare la sua storia. Nasce così questo libro, pubblicato per la prima volta da Rizzoli nel 1985 e ora riproposto in una nuova edizione aggiornata.

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3 di 5 su 2 recensioni

Il sapore della storia...Di R. Alberto-26 ottobre 2010

Documentatissimo, a metà tra un romanzo (per la forma) ed una cronaca (per la cura giornalistica che Jonas ci mette), racchiude il racconto di Avner, l'agente del Mossad che fu incaricato, insieme alla sua squadra, di vendicare il massacro di Monaco del 1972, effettuato da terroristi palestinesi ai danni della delegazione olimpica israeliana. Racconta dell'entrata in clandestinità dell'agente, e della sua faticosa e lunga caccia, svoltasi con alterne fortune, ai mandanti diretti ed indiretti di quella strage. Racconta di come, nel mondo sommerso dei gruppi armati clandestini, le informazioni siano le merci più preziose, e quanto basta per trasformarsi, in un attimo, da cacciatori a prede, e ancora a cacciatori. Propone una storia, a cui il lettore può credere o meno (e certo la critica si è sbizzarrita a cercare di capire quanto di vero ci sia in questo romanzo), che forse non si è mai verificata, o è stata in maniera diversa, ma ha certo il sapore del vero. Propone al lettore una morale, cruda e spietata, ma pur sempre rigorosa, basata sulla biblica legge del taglione, a cui il lettore può aderire o non aderire (personalmente mi trovo nel secondo schieramento), ma che certo fa riflettere su come tra terrorismo e antiterrorismo, per quanto duro, permangono amplissime differenze, e che esistono dei criteri oggettivi, per chi non abbia una opinione preconcetta, per giudicare singolarmente tutti i singoli fatti che insanguinano ancora oggi la storia mediorientale.

occhio per occhioDi c. matteo-10 ottobre 2009

"Se un uomo cava l'occhio di un altro uomo, il suo occhio verrà cavato". Dietro a questa legge del taglione o del contrappasso, imposta in Israele da Mosè, presente per tre volte nella Torah, muove la reazione condotta da un gruppo di agenti del Mossad nei confronti di Settembre Nero, organizzazione terroristica palestinese responsabile dell'attentato all'Olimpiade di Monaco(5 settembre 1972), in cui persero la vita undici atleti della squadra israeliana. George Jonas, giornalista e scrittore di successo, basandosi sulla confessione dell'agente "Avner", ripercorre l'azione di controterrorismo che portò all'uccisione di otto degli undici attentatori. Opera che convince parzialmente, lacunosa in alcune parti essenziali, e che affronta con indecisione e marginalità l'analisi psicologica dei protagonisti. Una domanda su tutte: servì questa azione a eliminare o almeno ridurre l'ideologia dell'OLP, di Al Fatah, e di tutti i gruppi medio-orientali revanscisti, chiusi nella logica esiziale di totale annientamento dello Stato di Israele? No, non ci riuscì, fu una semplice dimostrazione plastica di forza e disperazione unite insieme. Golda Meier ordinò la vendetta, Golda Meier decretò l'inizio di una guerra "chirurgica" ad ampio raggio. Sono passati trentacinque anni da quell'episodio, non sembra. La contrapposizione continua a mietere vittime, quotidiani bollettini medici constatano la morte di un palestinese, di un israeliano. La morte come metronomo che dà il ritmo quotidiano a due popoli condannati dalla storia.