Il vascello d'oro

Giuseppe Schillaci, in arte Sòstene, si mostra attraverso le sue poesie come il "poeta dell'assenza" di colui che ama il silenzio e le pause rispetto alla presenza poiché è lì che si può davvero comprendere sia la musica che la poesia: La sua raccolta poetica si divide in VIII capitoli pieni di passione dove ad ognuno ci si può soffermare per cogliere grandi riflessioni acute intrise del più vero sentimento. Il silenzio come forma per carpire gli attimi della vita, per portare avanti l'assenza leggera e piena degli invisibili sentimenti: Sòstene è anche un poeta del tempo, dove le migrazioni e il lasciarsi ad altre vie, porta il tempo un po' più lontano, un po' più lontano da chi si ama. Un poeta che ha deciso di colmare l'assenza, non con la presenza, ma "con altra assenza" ...quelle dei sentimenti che tra note e lettere viaggiano nelle sue poesie. Un'assenza che per molte persone, che non condividono il dono del poetare, risulta un vuoto incolmabile: La poesia è la sua presenza a cui chiede di musicare la vita. Una presenza folgorante che ha vissuto con sua la sua umiltà e il suo pseudonimo, una luce nell'ombra "dietro le quinte" della sua persona. Ed è con questi suoi versi semplici e diretti che ci spiega cos'è per lui la poesia e cos'è in fondo per tutti i poeti. Un poeta è un musicista di parole e la tua musica, la tua "inevitabile luce" c'accompagnerà sempre -anche ora che ci hai lasciati- attraverso i mari delle poesie racchiuse nel tuo "vascello d'oro"- Luca Sebastiano Nisi