Uomini comuni. Polizia tedesca e «soluzione finale» in Polonia
- Editore:
Einaudi
- Traduttore:
- Salvai L.
- Data di Pubblicazione:
- 26 ottobre 2004
- EAN:
9788806170677
- ISBN:
8806170678
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Olocausto, Seconda Guerra Mondiale
Descrizione Uomini comuni. Polizia tedesca e «soluzione finale» in Polonia
Il 13 luglio 1942, gli uomini del Battaglione 101 della Polizia tedesca entrarono nel villaggio polacco di Józefów. Al tramonto, avevano rastrellato 1800 ebrei: ne selezionarono poche centinaia da deportare; gli altri - donne, vecchi e bambini - li uccisero. Erano operai, impiegati, commercianti, arruolati da poco. Uomini comuni che non erano nazisti né fanatici antisemiti, e ciò nonostante sterminarono 1500 vittime in un solo giorno. Un massacro primo di una lunga serie. Alla fine della guerra, rimasero 210 testimonianze di membri del Battaglione 101: come giustificavano il proprio comportamento? E soprattutto, per quale motivo furono così spietatamente efficienti nell'eseguire gli ordini? Per fede nell'autorità, per paura della punizione?
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Recensioni degli utenti
Uomini comuni-19 maggio 2011
Fa il paio, da un punto di vista più scientifico, con la banalità del male di Hannah Arendt. In questo saggio l'autore ricostruisce l'attività di un battaglione tedesco di riservisti di polizia nella Polonia occupata, dal 1942 in poi e il suo progressivo coinvolgimento nelle operazioni di deportazione e sterminio degli ebrei. L'interesse di questa ricostruzione sta nella "normalità" di questi manovali della Shoah: sono in gran parte uomini di mezz'età, non appartenenti alle SS, né selezionati appositamente per queste operazioni. Eppure questo gruppo di 500 uomini contribuì allo sterminio di oltre 83000 ebrei. L'autore cerca quindi di comprendere come è stato possibile che questi uomini comuni si siano lentamente assuefatti all'orrore dell'uccisione di massa, alla crudeltà verso le vittime
Uomini comuni-18 novembre 2010
In questo saggio l'autore ricostruisce l'attività di un battaglione tedesco di riservisti di polizia nella Polonia occupata, dal 1942 in poi e il suo progressivo coinvolgimento nelle operazioni di deportazione e sterminio degli ebrei. L'interesse di questa ricostruzione sta nella "normalità" di questi manovali della Shoah: sono in gran parte uomini di mezz'età, non appartenenti alle SS, né selezionati appositamente per queste operazioni. Eppure questo gruppo di 500 uomini contribuì allo sterminio di oltre 83000 ebrei. L'autore cerca quindi di comprendere come è stato possibile che questi uomini comuni si siano lentamente assuefatti all'orrore dell'uccisione di massa, alla crudeltà verso le vittime
Uomini comuni-28 ottobre 2010
Come uomini comuni si siano trasformati in volenterosi carnefici e se questo avvenimento debba essere considerato come eccezionale, dovuto alle caratteristiche della società tedesca nazistificata, o possa invece facilmente ripetersi in altri contesti. La risposta di Browning non è ottimista; il peso del conformismo, della pressione del gruppo cui si appartiene, dell’obbedienza all’autorità, della caduta del senso della responsabilità individuale, fanno di questi eventi estremi, in circostanze particolari, una possibilità “normale” per uomini “normali”. E noi, nelle stesse circostanze, come ci saremmo comportati?