L' ubicazione del bene di Giorgio Falco edito da Einaudi

L' ubicazione del bene

Editore:

Einaudi

Data di Pubblicazione:
19 maggio 2009
EAN:

9788806197162

ISBN:

8806197169

Pagine:
141
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama L' ubicazione del bene

A venti chilometri in automobile dal lavoro e dal supermercato, come accade ai bordi di ogni metropoli, la città continua e diventa un altro luogo: Cortesforza. Come la contea di Yoknapatawpha in Faulkner e la Regalpetra di Sciasela, Cortesforza è un luogo tanto più vero quanto più è immaginario. Qui si vive un esodo eterno, e la giornata è ridotta a tragitti in tangenziale verso casa. Il lavoro non si vede più, è dappertutto, ha invaso i comportamenti quotidiani, affettivi. Per dare un senso alle proprie esistenze, gli abitanti di Cortesforza accendono un mutuo, traslocano in una zona nuova o "mettono in cantiere un figlio". Ogni volta, però, lo svelarsi improvviso di una seppur piccola possibilità provoca una sconfitta irreversibile. Una commedia umana raccontata con sguardo lucido, impietoso, privo di giudizi. Nessuna apocalisse: solo un'inevitabile, comune disfatta.

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3 di 5 su 5 recensioni

L'ubicazione del beneDi M. Carlo-14 maggio 2011

Il mondo filtrato da una delle sensibilità più particolari di oggi. Il linguaggio si adegua a questa percezione attraverso una prosa scarna, esangue ed inesorabilmente nitida. Ricorda anche il Volponi di Memoriale. Come opportunamente nota Giulio Mozzi siamo difronte alla messa in scena di quella quieta disperazione che accompagna la vita, la vita intesa come amministrazione controllata di un supposto benessere, peraltro quotidianamente minacciato. Una vita senza riscatto e possibilità di redenzione. Solo le modalità del fallimento sembrano realizzarsi. Notevoli le impennate linguistiche a cominciare dal sorprendente incipit. Nella descrizione della trasandatezza e della vilissima scorza della periferia Falco ritrova a volte, non senza spaesamenti, i lampeggiamenti e l'ardore del fantastico e del meraviglioso.

L'ubicazione del beneDi A. Marie-12 aprile 2011

Lo trovai a poco prezzo cercando da un rigattiere. La versione contemporanea del realismo lombardo? Pare di sì, seguendo le ottime critiche riportate da questa raccolta di racconti di Giorgio Falco - da alcuni assimilato ad un piccolo Carver allo zafferano - che ruotano tutti attorno ad una immaginaria zona residenziale nelle vicinanze di Milano (Cortesforza), in cui tante vite si incrociano senza mai toccarsi, ognuna con i suoi piccoli, nascosti, drammi, oppure con le sue follie, esperate fino al punto di divenire commedia, commedia umana. Più o meno tutti, credo, avremmo materiale per scrivere un libro del genere, Giorgio Falco ha però il talento, il gusto dell'osservazione, la capacità di sintetizzare molti dolori, e scarne consolazioni, in poche e belle pagine.

L'ubicazione del beneDi V. Osvaldo-3 aprile 2011

Un autore che di certo non risparmia emozioni forti. Tutto sommato lo considero una bella raccolta di racconti. L'unica cosa che unisce i vari racconti è i luogo in cui sono ambientati Cortesforza (immaginario hinterland milanese) . A parte la quarta di copertina che evidentemente in einaudi hanno affidato a qualcuno di poco lucido, Falco riesce a trasmettere qualcosa che è la vita intorno a noi, proprio nel suo essere piatto sui fatti. Quando tenta descrizioni o riflessioni non vola, ma invece funziona alla perfezione quando parla di ingorghi, di monovolumi, di prati. Uno stile che rende bene l'ambiente che vuole rendere. Contiene almeno due racconti di rilievo assoluto, e fli altri sono comuunque molto buoni (pur mostrando una certa ripetitività tematica, che d'altronde rende ancora meglio la sensazione di vago disagio, abitudine e profumo per automobili).

L'ubicazione del beneDi l. emanuela-1 aprile 2011

Boh, mi sa che una rilettura potrà giovare al mio giudizio. "L'ubicazione del bene", tutti i racconti, è ambientato in un luogo immaginario poco fuori Milano: Cortesforza, dove ci sono vite di coppie o single, ma comunque in perfetta solitudine, che godono di quel po' di benessere che il capitalismo ha loro concesso, ma dove basta un piccolo sbaglio per pagarla duramente ed anche con gli interessi che uno non deve. Lo stile di De Falco è scarno, asciutto, quasi asettico, dove lo scrittora non da alcun giudizio di merito, ma lascia la sua visione della vita alle riflessione dei vari Paolo, Michele o altri che si incrociano nella loro solitudine. Come mosche.

Per gli appassionatiDi L. Lorenzini-5 novembre 2010

Purtroppo non è il mio genere di lettura. È un insieme di racconti, accomunati dalla sconfitta: quasi una ripresa in chiave moderna del Ciclo dei Vinti di Verga.