Tutte le poesie di Giorgio Caproni edito da Garzanti

Tutte le poesie

Editore:

Garzanti

Data di Pubblicazione:
18 novembre 2004
EAN:

9788811669012

ISBN:

8811669014

Pagine:
1071
Formato:
brossura
Acquistabile con la

Descrizione Tutte le poesie

Questo volume raccoglie l'intera produzione poetica di Giorgio Caproni, compresa "Res Amissa", uscita postuma nel 1991 a cura di Giorgio Agamben. È dunque possibile cogliere nella sua interezza una delle più importanti esperienze del Novecento. Il dato essenziale della modernità di Caproni osserva Geno Pampaloni in uno dei numerosi contributi raccolti nell'antologia critica in appendice - è quella sua particolare musica cui si deve la naturalezza con la quale il poeta passa, senza mutar voce, dal quotidiano all'astratto, dal colore al disegno, dal colloquiale all'epigrafico, dal domestico al metafisico.

Prodotto momentaneamente non disponibile
€ 29.00

Inserisci la tua e-mail per essere informato appena il libro sarà disponibile

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
5 di 5 su 2 recensioni

La leggiadria del peso che ci uccideràDi B. Giuseppe-10 aprile 2018

Un titolo come un altro per tentare, sapendo di non potervi mai riuscire, a trattare di uno dei più grandi poeti in assoluto del 900 italiano. Certo, di tale secolo, quello al quale meno è stato riconosciuto il proprio valore. Chi scrive si è diplomato in un liceo scientifico sul limitare degli anni 80 e a scuola nessuno aveva mai fatto il nome di Tanto Poeta. E mi pare di aver colto un po' troppa sorpresa anche nel recente inserimento tra i titoli per l'elaborato scritto d'italiano in un esame di maturità - il che testimonia le cose non esser proprio del tutto cambiate. Non mi è ancora capitato d'incorrere in una penna che, al par della sua, coniughi intensità e lirismo a vette d'ironia quali quelle in cui le solitudini transitano dal fisico al mentale nel breve volgere dell'accensione d'un cerino strusciato sul muro che poi accenda una candela nella mente. E, comunque, allorquando abbia voluto fare "quasi esclusivamente" sul serio, la sua mente ha concepito quel Congedo del viaggiatore cerimonioso che, davvero, da l'idea di come porebbe un romanzo in versi esser contenuto in una poesia, dato che le vite della maggior parte dei lettori - per quanto ho avuto modo di parlarne con altri - vi sono contenute ed amplificate emotivamente. Diffiderei chiunque volesse professarsi profondo cultore della poesia italiana dal farlo se non conosce a menadito l'opera di questo supremo poeta.

Tutte le poesieDi V. Giacomo-25 settembre 2011

Leggere un poeta come Caproni fa sempre bene al cuore nonostante la sua notorietà, sulla fama non c'è dubbio che Caproni coltivasse una sua idea altamente ironica, tanto da sentenziare muovendo da un ricordo di Sbarbaro che i veri grandi sono i poeti minori. E lui stesso si è costruito per sottrazione una rappresentazione di sé stesso, laddove i grandi temi come la riflessione sull'inesistenza di Dio e sul male nel mondo si sciolgono in versi minimalisti e giocati sull'ariosità settecentesca delle poesie della sua ultima stagione, tra le quali ritroviamo canzoncine e cabalette, epigrammi e distici. La sua cifra stilistica lo rende unico, prezioso e irripetibile. Il suo destino appare da questo punto di vista speculare a quello di Ungaretti per il modo inverso e simmetrico in cui hanno attraversato la forma poetica novecentesca. Come dimostra l'interessante raccolta di studi critici a lui dedicati che chiude l'edizione di Garzanti, la sua poesia ha trovato illustri e acuti interpreti che ne hanno apprezzato e valorizzato l'opera sino alla fine si pensi allo studio di Agamben che ha fra l'altro curato la sua opera postuma. Tuttavia è rimasta a lungo confinata a una fruizione di élite colte e raffinate, nonostante la sua poesia sapesse dialogare con il lettore, non lo intimidisse e cercasse di conquistarlo con l'abile miscela di grandi tematiche ed espressioni leggere, ariose, perfino cantabili. Fra l'altro singolare che a differenza di altri grandi della poesia italiana del secolo scorso la sua fama sia stata trasversale, equamente divisa tra modernisti e antimodernisti e senza colorature ideologiche. L'apologia del suo ateismo da parte di un lettore credente come Testori è significativa e tra l'altro la dice lunga sulla perspicacia della cultura cattolica che sa leggere in controluce anche il più miscredente dei poeti, cioè senza lanciare scomuniche e fatwe come gli altri monoteismi avrebbero subito fatto. Leggerlo e rileggerlo in un'epoca ontologicamente antipoetica come la nostra è al tempo stesso rigenerante e straniante. Ma andrebbe consigliato a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla poesia: i poeti non mettono paura, né annoiano, ma sanno sorridere e farci sorridere della leggerezza dei loro pensieri più profondi trasformati in canto.