Troppo buoni con le donne
- Editore:
Einaudi
- Collana:
- Einaudi tascabili. Scrittori
- Traduttore:
- Guglielmi G.
- Data di Pubblicazione:
- 29 marzo 2006
- EAN:
9788806180461
- ISBN:
8806180460
Trama Troppo buoni con le donne
Il romanzo è stato scritto da Queneau nel 1971, cinque anni prima di morire, quando l'autore aveva già pubblicato le sue opere maggiori di narrativa e i folgoranti saggi letterari. Vi si narra di un gruppo di repubblicani irlandesi che si impegnano, nel fatidico 1916, a occupare un ufficio postale di Dublino. Sono sette buoni diavoli che improvvisano un'azione rivoluzionaria nella più totale sprovvedutezza. Evacuano l'ufficio, fanno secco il suo direttore, e si preparano, perché così vuole l'autore, a vivere ore di inatteso eroismo che dovrebbe venire da un'accanita resistenza alla prevedibile controffensiva inglese. Nei piani abborracciati dei sette prodi, c'è però un evento imprevisto.
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Recensioni degli utenti
Allegro-20 maggio 2012
Paradossale e divertente come ci si attende che sia ogni altro romanzo di Queneau. Più che militanti all'Irish Republican Army, i sequestratori dell'ufficio postale di Dublino, sembravano l'Armata Brancaleone. Non l'ho trovato surreale e visionario come altre sue opere ma si merita indubbiamente una lettura anche di chi non ama il genere grottesco.
Un romanzo "irlandese"-3 maggio 2012
Un romanzo scorrevole, divertentissimo, che usa l'insurrezione irlandese per parlare del conflitto tra culture e del falso moralismo. Queneau era sodale di Boris Vian e questo libro mi ricorda un po' "Sputerò sulle vostre tombe" proprio dello stesso autore, testo un po' pulp con una leggera velatura di luci rosse e pieno di ironia, ma entrambi, letti con attenzione, mascherano molto di più. Geniale!
Troppo buoni con le donne-2 novembre 2010
All'inizio ho trovato qualche difficoltà di lettura. Sembrava scritto in una specie di dialetto. Il tutto era invece un "trucco" dell'autore per caratterizzare i personaggi e dare il giusto tono alla storia. Divertente e ironico con quel pizzico di satira che non guasta mai.