Tropico del cancro di Henry Miller edito da Feltrinelli
Alta reperibilità

Tropico del cancro

Editore:

Feltrinelli

Traduttore:
Bianciardi L.
Data di Pubblicazione:
24 gennaio 2013
EAN:

9788807881374

ISBN:

8807881373

Pagine:
272
Formato:
brossura
Argomento:
NARRATIVA CLASSICA (PRIMA DEL 1945)
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con la

Trama Tropico del cancro

Nell'incantata, effervescente Parigi degli anni trenta, precisamente nel 1934, viene pubblicato da un piccolo editore un libro intitolato "Tropico del Cancro": sarà la miccia di uno scandalo morale e di un'insurrezione letteraria che attraverserà tutto il secolo. Negli ambienti più conservatori si parla di pornografia, nei caffè avanguardisti si inneggia alla rivoluzione: la verità è che "Tropico del Cancro" è uno dei grandi capolavori della letteratura novecentesca, un romanzo autobiografico insostituibile per la forza e la fluidità del suo linguaggio, la potenza del suo immaginario, la vivida resa degli ambienti e dei caratteri. È lo stesso Miller a parlarci di sé in prima persona, a raccontarci dei suoi amici, dei miseri eppure vibranti quartieri che attraversano e vivono. Di ubriachezza in ubriachezza, di donna in donna, di rissa in rissa, di illuminazione in illuminazione. Con una scrittura travolgente e fluviale, che trasfigura ogni evento delle piccole, eccezionali vite che sono le vite di tutti noi, facendole diventare un'epica nuova, l'epica dell'essere umani, un'epica che cantiamo tutti ritrovando in noi la sete di libertà di questo scrittore. Con contributi di Mario Praz.

Spedizione GRATUITA sopra € 25
€ 11.40€ 12.00
Risparmi:€ 0.60(5%)
Disponibile in 2-3 giorni
servizio Prenota Ritiri su libro Tropico del cancro
Prenota e ritira
Scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
3 di 5 su 5 recensioni

Tropico del cancroDi V. FILIPPO-4 settembre 2011

Scandoloso quando uscì nel 1934, ad oggi resta un libro francamente difficile da definire. Il turpiloquio finalizzato a fare effetto, dopo un pò mostra la corda, la disinibizione nelle descrizioni di natura sessuale alla fine diventano una farsa dal sapore commerciale. Stupire per far parlare di sè, ecco il segreto di questo libro.

Tropico del cancroDi F. Pierandrea-21 luglio 2011

Henry Miller, americano, pubblica nel 1934 questo famoso romanzo, forte, passionale e molto celebre. L'autobiografia del suo periodo parigino, libertino e disincantato, satura il romanzo, regalando un'opera che ha fatto scuola, per lo stile 'fisico' più che erotico, ricco di storie estreme, degradate ancorché non degradanti.

Tropico del CancroDi l. Maria-30 marzo 2011

Spessore della trama: zero. Spessore dei personaggi: zero. Brutto parassita sporco e scansafatiche che alla veneranda età di 40 anni suonati non ha altro scopo che pietire un pasto o una sbronza. Pure le prostitute si fà pagare dall'"amico" di turno. Mentre intorno ( siamo tra gli anni '20 e '30) in Europa sta furoreggiando il nazismo ed i campi di concentramento lavorano già alacremente... Tutto permesso sull'altare dell'arte! Sic. Quà e là tra la cronaca delle sue squallide peripezie, farneticazioni in cui ricorrono puttane, scaracchi, intestini, emorroidi, odore di sporcizia e di urina, malattie veneree, lenzuola sporche, avvoltoi, morti in putrefazione... MA COSA! La sciacquatura delle mutande di Baudelaire! Và bene, và bene, devo collocare questo romanzo neglia anni in cui è stato scritto per capirne la genialità (?) e l'innovazione stilistica. Comunque sia, resta sempre e soltanto un sudicio scroccone senza vergogna. L'unica nota bella del libro, bella ed eterna: Parigi!

Reale sino all'ossessione!Di S. Patrizio-18 settembre 2010

Una cosa è sicura,non è un libro che si dimentica! Travolgente, conturbante in tutte le sue pagine, non è adatto ai palati fini, un libro crudo, aspro, reale sino all'ossessione,un libro "maledetto", come "maledetto" è il suo autore, Henry Miller, un mix tra Boudelaire e Rimbaud in poesia e Lautrec e Schiele (l'Artista Tormentato) in pittura. Descrive la vita parigina negli anni '30 del '900,una vita misera, bieca, trasandata, dove vedere le luci dell'alba del giorno dopo era già un'impresa, dove solo l'assenzio e una "buona compagnia" da quattro soldi riuscivano a lenire i dolori dell'esistenza quotidiana, per poi ricominciare a vivere, sognare, e disilludersi immediatamente.

DilanianteDi I. Maria Cristina-12 agosto 2010

Ho con questo libro un rapporto di amore ed odio. Cercavo di prolungarne la lettura, per non staccarmi troppo presto da quel mondo dilaniato. E nello stesso tempo sentivo sempre più di appartenervi, e questa condizione mi devastava. Vi erano momenti in cui desideravo di strapparne le pagine, di liberarmene in qualche modo irruento, perchè mi scalfiva pian piano, mi consumava nelle viscere. E' un libro marcio, corrotto fino all'osso, ma proprio per questo motivo è libero, scevro da luoghi comuni e ovvietà. E' come una malattia, un cancro che purifica il marciume delle anime dannate dal mondo. "(Il cancro) Ha roso le anime nostre e noi non siamo altro che una cosa morta, come la luna." E' un cancro questo romanzo, e allo stesso tempo ne è la cura, veleno e antidoto contemporaneamente. E leggendolo mi ammalavo gradualmente, sentivo i miei organi interni avvizzirsi, la mia mente implodere, e solo ora, nel momento in cui ho letto la parola fine, sento di essere guarita, sento che mi ha lasciato qualcosa, la cura. La cura che stavo cercando, di cui avevo bisogno, per vivere, per sopravvivere.