Trincee. Confidenze di un fante di Carlo Salsa edito da Ugo Mursia Editore
libro più venduto
Alta reperibilità

Trincee. Confidenze di un fante

Data di Pubblicazione:
7 aprile 2011
EAN:

9788842537595

ISBN:

8842537594

Pagine:
262
Formato:
brossura
Argomento:
Prima Guerra Mondiale
Acquistabile con la
Spedizione GRATUITA sopra € 25
€ 17.10€ 18.00
Risparmi:€ 0.90(5%)
Disponibile in 1-2 giorni
servizio Prenota Ritiri su libro Trincee. Confidenze di un fante
Prenota e ritira
Scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
4 di 5 su 3 recensioni

Trincee.Di V. Giacomo-26 settembre 2011

Molto crudo ma è un romanzo che non scade mai nell'eccesso, cosa difficilmente evitabile quando si tratta di guerra, è un affresco di rara bellezza di un evento tragico che ha segnato un'epoca e una generazione; non vi sono certo trionfalismi, ma la sofferta consapevolezza dell'assurdità della guerra, che distrugge le cose, gli uomini e, questi, anche dentro. Preciso che l'intenzione, più che riuscita, dello scrittore non è tanto quella di portare alla commozione il lettore, ma di farlo riflettere sui veri valori della vita, così vilipesi e calpestati dall'orrore dei conflitti. E a tal proposito ben scrive Carlo Salsa nella sua introduzione "E allora, se la guerra dev'essere una partita d'interesse, si sappia cos'è. Nel preventivare le passività, si approfitti della ragioneria e si lasci da parte la retorica".

PreziosoDi t. giacomo-28 novembre 2010

"Trincee" di Carlo Salsa non è semplicemente un romanzo diaresco sull'esperienza bellica come tanti sono stati scritti. E' un pezzo non insignificante di letteratura italiana, v'è insito un talento innegabile che porta Salsa al livello di Orwell, scrittore-soldato che riesce a dipingere realisticamente e con stile la guerra che vive. In "Trincee" troviamo diverse intense riflessioni sugli aspetti umani e disumani della guerra, unite alla narrazione dell'infernale vita da fanti trincea che rende emozionante, commovente l'opera.

Senza retoricaDi M. Renzo-18 agosto 2010

Di romanzi aventi come oggetto la prima guerra mondiale ne sono stati scritti molti e alcuni hanno ottenuto una fama meritata, come per esempio il celeberrimo “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Erich Maria Remarque. Il secondo conflitto non ha trovato un eguale fioritura di opere, fatta eccezione da noi per quelle relative alla resistenza. Mi sono sempre chiesto il perché di questa differenza e penso che il motivo risieda nella particolare drammaticità di questo evento bellico che, pur non coinvolgendo, se non sporadicamente, le popolazioni civili, ha mietuto vittime fra i militari in misura inaudita, a causa di concezioni strategiche e tattiche obsolete, pur a fronte dei nuovi potenti e distruttivi mezzi forniti dalla tecnologia. La guerra in trincea era di per se stessa un inferno per la precarietà dei ricoveri, per la natura del terreno, per la sempre presente scarsa considerazione dei combattenti, numeri e non esseri umani, da usare semplicemente come bestie da macello. In questo quadro il libro di Carlo Salsa si differenzia dagli altri per la sua struttura e, più che un romanzo, può essere considerato una testimonianza scritta di vita vissuta; nulla a che fare con un diario, tuttavia, perché l'intreccio, la trasposizione degli eventi sono propri del romanzo, anche se la narrazione in prima persona, l'emozione effettivamente provata ne danno una luce tutta sua e notevolmente esplicativa di quella che doveva essere l'angoscia che tormentava di continuo i soldati, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Scritto con sobrietà, senza mai cedere nulla alla retorica, né cercar di muovere a facili pietismi, è un affresco di rara bellezza di un evento tragico che ha segnato un'epoca e una generazione; non vi sono certo trionfalismi, ma la sofferta consapevolezza dell'assurdità della guerra, che distrugge le cose, gli uomini e, questi, anche dentro. Preciso che l'intenzione, più che riuscita, dello scrittore non è tanto quella di portare alla commozione il lettore, ma di farlo riflettere sui veri valori della vita, così vilipesi e calpestati dall'orrore dei conflitti. E a tal proposito ben scrive Carlo Salsa nella sua introduzione “E allora, se la guerra dev'essere una partita d'interesse, si sappia cos'è. Nel preventivare le passività, si approfitti della ragioneria e si lasci da parte la retorica”.