Trama Treni strettamente sorvegliati
Molti conoscono la tenera storia del giovane Milos, ferroviere in una stazioncina dell'Europa centrale, per averla vista in un film che vinse l'Oscar nel 1966. Milos, Charlot boemo, diventa adulto tra i propri insuccessi amorosi e gli scintillanti successi del capo-manovra Hubicka (che stampa timbri sulle chiappe della telegrafista), tra il ricordo del nonno che voleva fermare i tank con l'ipnosi e quella bomba, quella "cosina" che lui, Milos, deve infilare nel treno dei nazisti. In appendice "L'ironia praghese" intervista con Bohumil Hrabal e "Hrabal, ferroviere di Dio" di Sergio Corduas.
Recensioni degli utenti
Treni strettamente sorvegliati-2 novembre 2010
Sono piacevolmente sconcertata: Hrabal costruisce un meccanismo tanto piccolo quanto perfetto, un congegno atto a disorientare il lettore, saltando da episodi esilaranti a scene addobbate di nostalgica tristezza. Leggere Hrabal è come andare sull'altalena: la bellezza del suo raccontare - intriso di ticchettii di lancette dorate avvolte nella neve - sta nella giusta commistione delle due facce della vita: quella scanzonata, che stampiglia timbri sul sedere di una telegrafista, e quella malinconica, che schiude il suo sguardo sulla realtà solo al momento della fine.