Tragedia dell'infanzia di Alberto Savinio edito da Adelphi

Tragedia dell'infanzia

Editore:

Adelphi

A cura di:
P. Italia
Data di Pubblicazione:
24 gennaio 2001
EAN:

9788845915901

ISBN:

8845915905

Pagine:
232
Formato:
brossura
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Trama Tragedia dell'infanzia

Per Savinio, l'infanzia non è un tempo ma un tempio come scrive lui stesso in un lapsus; cioè un luogo, una dimensione dello spirito. Un luogo, anzitutto fisico e geografico: una Grecia d'inizio secolo dalla luminosità abbagliante in cui scintillano i ricordi. E un Luogo, inoltre, metafisico e doloroso, in cui la mente del bambino da un lato vede e percepisce cose completamente interdette a quella dell'adulto e dall'altro sente irrompere domande estreme che potranno in seguito essere sedate ma non risolte. Scritto nei primi anni Venti ma apparso a stampa nel 1937, viene qui riproposto insieme alla sua seconda parte inedita, scoperta tra le carte dell'autore.

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Tragedia dell'infanziaDi M. Alessia-4 novembre 2010

Per Savinio l’infanzia è un luogo, oltre che fisico (la Grecia), anche della mente, ossia una condizione privilegiata e al tempo stesso dolorosa in cui la particolare percezione delle cose propria del bambino si scontra con la razionalità dell’esperienza e il cosiddetto buonsenso degli adulti. Questo perché la visione degli adulti è stata contaminata e distorta dall’educazione, che è sempre castrazione, in quanto limita la volontà individuale. Il bambino prova gioie immense o immenso dolore, amore sconfinato o estremo terrore per circostanze che all’adulto appaiono insignificanti; inoltre deve fare i conti con la menzogna, l’inganno e la frustrazione di non trovare nei genitori risposte adeguate ai suoi pressanti interrogativi, che vengono di norma ignorati o addirittura irrisi. “Tragedia” dunque è l’inevitabile sconfitta a cui è destinata la scomoda “diversità” del bambino, che è poi anche la stessa dell’artista, unico “uomo pieno” in mezzo alla moltitudine degli “uomini ridotti”, omologati nella piattezza di chi non comprende o teme qualsiasi forma di originalità. Visionario, ironico, poetico. Buffo, toccante, evocativo. Bellissimo.

Opera originalissimaDi l. Mauro-29 settembre 2010

di chiara impronta autobiografica, che precede cronologicamente “Infanzia di Nivasio Dolcemare”, anticipandone alcune tematiche e processi strutturali. Anche “Tragedia dell’infanzia” non si sviluppa secondo un racconto lineare e continuativo, bensì come la messa a fuoco di rapide scene – quasi un album di fotogrammi – in generale corrispondenti ai capitoli, che richiamano di volta in volta situazioni, stati d’animo, sogni, atmosfere, suoni, sensazioni visive e olfattive… Più che di una rivisitazione analitica di accadimenti passati, si tratta infatti della rievocazione di ricordi in cui realtà e immaginazione si fondono e si confondono, creando un tessuto narrativo estremamente rarefatto e suggestivo, nel corso del quale si precisano le personali teorie dell’autore. Per Savinio l’infanzia è un luogo, oltre che fisico (la Grecia), anche della mente, ossia una condizione privilegiata e al tempo stesso dolorosa in cui la particolare percezione delle cose propria del bambino si scontra con la razionalità dell’esperienza e il cosiddetto buonsenso degli adulti. Questo perché la visione degli adulti è stata contaminata e distorta dall’educazione, che è sempre castrazione, in quanto limita la volontà individuale. Il bambino prova gioie immense o immenso dolore, amore sconfinato o estremo terrore per circostanze che all’adulto appaiono insignificanti; inoltre deve fare i conti con la menzogna, l’inganno e la frustrazione di non trovare nei genitori risposte adeguate ai suoi pressanti interrogativi, che vengono di norma ignorati o addirittura irrisi. “Tragedia” dunque è l’inevitabile sconfitta a cui è destinata la scomoda “diversità” del bambino, che è poi anche la stessa dell’artista, unico “uomo pieno” in mezzo alla moltitudine degli “uomini ridotti”, omologati nella piattezza di chi non comprende o teme qualsiasi forma di originalità. Visionario, ironico, poetico. Buffo, toccante, evocativo. Bellissimo.