La valutazione del personale nelle organizzazioni sanitarie

Il processo di privatizzazione del pubblico impiego ha subito una forte accelerazione negli ultimi tempi. Lo Stato ha sempre più la necessità di continuare a fornire i servizi pubblici che ha sempre reso disponibili ai cittadini, garantiti dalla Costituzione, a un costo contenuto. Questo "dovere” deve, però, inquadrarsi nell'ulteriore necessità di contenimento dei conti pubblici, in prospettiva del risanamento economico imposto dall'Unione Europea agli Stati membri, attraverso il rispetto del patto per la stabilità e la crescita. Di conseguenza, sia i governi di centro-destra che di centro-sinistra, succedutisi nell'ultimo decennio, hanno dovuto mettere al centro delle loro politiche la questione della razionalizzazione della spesa pubblica. Il processo non riguarda solo il taglio dei rami secchi ma anche il rendere più produttivo il sistema pubblico, favorendone e sviluppandone l'efficienza degli apparati e dei loro dipendenti. Tra i servizi pubblici essenziali, quello della sanità riveste un'importanza primaria, sia per l'intrinseco valore universalistico sia per i costi di gestione, che rappresentano il 6,7% del PIL. Le performance e l'efficienza devono, quindi, trovare lo spazio all'intenro di un sistema, quello pubblico in generale e in particolare quello sanitario, da sempre serbatoio di consensi elettorali in cambio di posti di lavoro. Le normative e i contratti di lavoro hanno introdotto il sistema della valutazione del merito individuale ma nella pratica tale valutazione stenta a decollare. Nella tesi viene fatto un escursus normativo di riferimento per poi approfondire le problematiche della valutazione delle performance individuali nel concreto, analizzando il clima interno a una grossa azienda sanitaria del Nord, attraverso la somministrazione di un questionario ai lavoratori. L'analisi dei dati è favorevole alla valutazione del merito individuale ma a certe condizioni.