San Lorenzo a Trento. Indagine storico-architettonica intorno a una chiesa benedettina del XII secolo

La chiesa di San Lorenzo è sicuramente un punto nodale per la comprensione delle formule architettoniche e scultoree attraverso l'arco alpino, oltreché il caso più importante, dopo la cattedrale di San Vigilio, di architettura romanica a nord di Verona, lungo il tragitto dell'Adige. L'indagine condotta intorno alla basilica è partita dallo studio della storia trentina riguardante la città e le adiacenze della basilica, dall'analisi delle fonti dirette, dalla valutazione della fortuna critica dell'edificio, per giungere all'osservazione attenta della struttura architettonica. Queste indagini preliminari, coadiuvate dal costante confronto con edifici contemporanei della regione e dell'Italia settentrionale, hanno permesso di giungere a risultati importanti per la storia di un monumento che ad oggi ha ricevuto l'attenzione della critica principalmente in ambito locale. Le conclusioni a cui si è giunti sono perciò un nuovo punto di partenza per la corretta comprensione di questo monumento, soprattutto considerando la grande varietà di opinioni espresse dagli studiosi nel corso degli anni. Dapprima si è fatta chiarezza, con l'ausilio della preziosa documentazione conservata presso l'archivio della prepositura, sull'appartenenza dei monaci, giunti a Trento nel 1146, alla famiglia benedettina. Si è poi cercato di trovare una soluzione alle annose questioni dell'identità dei primi occupanti e del motivo del loro abbandono del complesso religioso. Pur non riuscendo, vista la mancanza di elementi certi, a determinare di quale ordine facessero parte, si è stabilito che si trattasse di una comunità maschile; si è ipotizzato, poi, che avessero officiato nella struttura rinvenuta a sud dell'attuale basilica e che l'avessero abbandonata in un secondo momento. Sebbene si sia escluso che il terremoto del 1117 sia stata la causa dell'allontanamento dall'area, non si è riuscito a definire il vero motivo, causa la mancanza di testimonianze dirette. Dallo studio del carteggio concernente i restauri novecenteschi condotti nella chiesa, è stato possibile discernere tra parti autentiche e rifatte, talvolta poggiandosi sulla documentazione, talaltra sul dato meramente stilistico e operativo, giacché nei documenti gli elementi sottoposti a radicale rifacimento spesso sono citati soltanto sommariamente. Si è tentato poi di procedere a ritroso nella ricomposizione dell'aspetto dell'edificio del XII secolo, spogliandolo dalle numerose aggiunte intervenute in epoche successive. Il modello tridimensionale proposto, realizzato appositamente per questo studio, permette una maggiore comprensione volumetrica dell'edificio, il più fedele possibile all'ipotesi ricostruttiva. Grazie ad esso è stato possibile mostrare l'aspetto originario dell'edificio, sia esternamente, con il portico coperto anteposto alla facciata, sia internamente, con l'arredo liturgico presbiteriale, verosimilmente composto di lastre marmoree come cesura fra la parte monastica e quella plebanale. La parte conclusiva dello studio è costituita da un voluminoso catalogo comprendente ogni singolo reperto scultoreo appartenente alla chiesa e al monastero, conservato in loco, ma anche al di fuori dell'insediamento. Questo approfondito e puntuale studio delle sculture ha reso possibile l'identificazione delle due maestranze operanti a San Lorenzo, una locale, addetta all'esterno della basilica, e una campionese, a cui fu affidato l'interno.