Ricomporre il mosaico. Radici socio-politiche della tensione interetnica in Sri Lanka di Diego Fionda

Ricomporre il mosaico. Radici socio-politiche della tensione interetnica in Sri Lanka

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2016/2017

Relatore:
Andrea Francioni
Correlatore:
Alessandra Viviani
Corso:

Scienze politiche e delle relazioni internazionali

Cattedra:

storia dell'asia

Lingua:
Italiano
Pagine:
220
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
4.09 Mb

Descrizione Ricomporre il mosaico. Radici socio-politiche della tensione interetnica in Sri Lanka

Oggetto principale di questo elaborato è lo Sri Lanka, una piccola isola dell’Oceano Indiano tristemente nota per una sanguinosa guerra civile durata 26 anni e terminata ufficialmente nel maggio del 2009. Alla base del conflitto, che ha visto contrapporsi l’organizzazione paramilitare delle Tigri Tamil (Liberation Tigers of Tamil Eelam) e l’esercito regolare srilankese, vi è la rivalità etnica fra la comunità maggioritaria dei singalesi e quella minoritaria dei Tamil. I due gruppi, con caratteristiche linguistiche, religiose, geografiche e genealogiche differenti, vengono spesso considerati in storico e perenne conflitto, presentando la guerra civile quale esito scontato e inevitabile di una società fondata sull’ostilità etnica. Obiettivo principale di questo lavoro è proprio quello di scardinare una simile convinzione: dimostrando la natura multiculturale e tollerante dello Sri Lanka, collocando l’emersione della rivalità etnica nel contesto storico del primo Novecento e inquadrando la sua definitiva esplosione nel periodo relativo al processo d’indipendenza del 1948. Si cercherà, inoltre, di valutare la credibilità di un eventuale ritorno all’antica stabilità, attraverso l’analisi delle iniziative di riconciliazione nazionale verificatesi dal termine ufficiale della guerra civile ad oggi. La prima parte si incentrerà sulla struttura sociale dello Sri Lanka, sia passata che presente. Si illustrerà dapprima la composizione di una popolazione estremamente variegata ed eterogenea, evidenziando le principali caratteristiche della sua composita suddivisione interna e dimostrando quanto sia ingannevole la sua riduzione a una semplicistica e omogenea bipolarità. Verrà documentato, inoltre, quanto la matrice etnica sia solo una parte della stratificazione sociale srilankese, nella quale si inseriscono molteplici fattori dalle peculiarità differenti. Infine, verranno analizzate le complesse dinamiche interne e internazionali delle diverse comunità nel corso dei secoli, sottolineando principalmente l’esistenza di un passato contraddistinto dalla pacifica convivenza e dalla mutua tolleranza. La seconda parte, invece, si occuperà dell’influenza esercitata dalla gestione amministrativa della colonia britannica sullo sviluppo della tensione interetnica. In particolare, si descriverà il passaggio dal riconoscimento delle diverse identità e dal coinvolgimento di tutti i gruppi presenti sull’isola nella conduzione della colonia ad un’impostazione eurocentrica basata sulla costruzione di un sentimento di unità nazionale e sul desiderio di omogeneità sociale del multiforme Ceylon. Verrà dimostrata l’inesistenza di scontri di matrice etnica e l’emersione di un generale collaborazionismo interetnico durante la prima fase della gestione britannica dell’isola, per poi analizzare lo sviluppo graduale della tensione tra le diverse comunità nella sua seconda parte, coincidente con l’alba del XX secolo. Si cercherà di sottolineare la natura di un simile scontro, che cede definitivamente alla propaganda del nazionalismo etnico a causa delle problematiche legate ad un’equa distribuzione della rappresentanza politica e alla crescente insoddisfazione degli strati medi e inferiori della popolazione ceylonese circa le proprie condizioni sociali. Infine, si mostrerà la definitiva esplosione del dualismo singalese-tamil nell’ultimo periodo del processo d’indipendenza e la responsabilità britannica nell’aver lasciato l’isola in possesso dei requisiti necessari alla costruzione del moderno conflitto etnico, in grado di smembrare l’intero tessuto sociale dello Sri Lanka e dividere profondamente la propria popolazione. Una divisione che le barbare violenze della guerra civile e le criminali violazioni dei diritti umani hanno alimentato ed accresciuto, tanto da apparire insanabili. La terza e ultima parte, infatti, intende analizzare l’attendibilità di un ritorno alla tollerante convivenza interetnica attraverso elementi essenziali all’eventuale costruzione di una riconciliazione sociale, ossia: l’accertamento delle responsabilità per i crimini internazionalmente puniti; la garanzia di un adeguato e credibile processo giudiziario; l’effettiva tutela delle libertà individuali per la popolazione srilankese. Si farà riferimento, quindi, alle azioni dei governi in carica sull’isola dalla fine del conflitto e la pressione delle nazioni unite per la realizzazione di tali obiettivi. In particolare, si presenteranno le risoluzioni adottate sinora dal consiglio per i diritti umani delle nazioni unite nei confronti dello Sri Lanka, sottolineando l’evoluzione della collaborazione fra questi due attori della comunità internazionale per giungere all’effettiva stabilità dell’isola.

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