I paesi petroliferi dell'Africa sub sahariana. Aspetti economici e politico-istituzionali di Carlo Giordano

I paesi petroliferi dell'Africa sub sahariana. Aspetti economici e politico-istituzionali

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2008/2009

Relatore:
Eugenio Somaini
Corso:

Scienze politiche e delle relazioni internazionali

Cattedra:

Analisi economica delle istituzioni politiche

Lingua:
Italiano
Pagine:
147
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
1.83 Mb

Descrizione I paesi petroliferi dell'Africa sub sahariana. Aspetti economici e politico-istituzionali

L'Africa ha costituito da sempre una delle regioni del mondo in cui problemi quali la povertà, il sottosviluppo, l'arretratezza economica e politica continuano ad essere all'ordine del giorno. Nonostante l'agenda dei paesi occidentali e delle organizzazioni internazionali ponga in primo piano i problemi del continente, fornendo aiuti allo sviluppo e competenze, nella maggior parte dei paesi africani persistono gli stessi problemi che le elite africane hanno dovuto affrontare al momento dell'indipendenza e che, in sostanza, relegano tali società nelle ultime posizioni dello sviluppo mondiale. In un recente lavoro, Paul Collier individua 58 paesi in cui i benefici dello sviluppo non si sono visti e dove la povertà continua ad essere la caratteristica principale. La sfida dello sviluppo lanciata da circa 40 anni ha portato gran parte dei paesi, un tempo definiti del «terzo mondo», a migliorare le proprie condizioni materiali, accorciando il divario con i paesi storicamente sviluppati del mondo occidentale. È il caso del Brasile, dell'India e della Cina, così come di alcuni paesi africani quali il Sud Africa, che negli ultimi anni hanno registrato sensibili miglioramenti. Le condizioni materiali di tali paesi non sono paragonabili a quelle dei paesi industrializzati, ma la sensazione è che siano riusciti a imboccare la strada giusta verso l'uscita definitiva dalla povertà. Tuttavia, se un gruppo di paesi è riuscito in tale impresa, i rimanenti definiti oggi come paesi in via di sviluppo sono ancora bloccati a posizioni di estrema arretratezza e un'analisi odierna sembrerebbe confermare la loro inerzia nei confronti di una pronta ripresa. In termini relativi, quindi, i paesi poveri diventano sempre più poveri. La popolazione mondiale che si trova in condizioni di estrema povertà corrisponde a circa un miliardo e si concentra essenzialmente nell'Africa sub sahariana. I paesi della regione soffrono di una serie di problemi che Paul Collier individua in quattro trappole. Tre di queste sembrerebbero delle ovvie cause della povertà e della mancanza di sviluppo per i paesi che hanno la sfortuna di caderci: è il caso della trappola del conflitto, del malgoverno e della mancanza di sbocchi al mare. Un paese insanguinato da un conflitto o depredato dalla corruzione difficilmente ha la possibilità, almeno fino a quando tali caratteristiche persistono, di potersi liberare dal sottosviluppo, soprattutto se il contesto in cui tali problematiche nascono è già di per sé depresso come quello del sub continente africano. Tuttavia, la quarta trappola che Collier individua risulta essere difficile da comprendere in un primo momento, tanto da poter essere definita paradossale: la trappola delle risorse naturali. Molti paesi della regione hanno la possibilità di poter sfruttare la ricchezza derivante dai giacimenti minerari, dai diamanti, dal gas naturale, dal petrolio e da ogni sorta di materia prima molto ricercata e ben remunerata sui mercati internazionali. Di conseguenza si potrebbe pensare che il suo possesso sia la via di uscita dalla condizione di povertà e il lascia passare per un rapido processo di sviluppo e prosperità. L'evidenza dice il contrario. Oggi, la maggior parte dei paesi dell'Africa sub sahariana «benedetti» dalle risorse sono tra i più sottosviluppati del mondo e registrano le stesse performance economiche dei paesi che ne sono privi. Il seguente lavoro prende spunto da tale considerazione e cerca di individuare gli elementi che caratterizzano la stagnazione dei paesi in possesso di tale ricchezza. In particolare, verranno presi in analisi quei paesi in possesso della risorsa naturale di gran lunga più importante per l'intero sistema economico mondiale, ovvero il petrolio. Storicamente, l'attenzione sugli sviluppi dei paesi petroliferi si è focalizzata sui paesi del Medio Oriente, quali l'Arabia Saudita e gli Stati del Golfo Persico. Tale regione – lungi dall'essere considerata un'area di sviluppo al pari di quella dei paesi industrializzati – riesce a mantenere, grazie alle esportazioni petrolifere, una situazione di relativa stabilità economica. Lo stesso non si può dire per i paesi petroliferi dell'Africa sub sahariana: le risorse petrolifere non si sono tramutate, ad oggi, in un elemento capace di far uscire tali paesi dalla categoria denominata «ultimo miliardo». La situazione che persiste è quella della stagnazione economica: dovuta alle caratteristiche delle rendite petrolifere, i paesi produttori dell'area sono soggetti ad espansioni e frenate economiche continue, e quindi a una persistente instabilità economica che non fa altro che peggiorare i problemi strutturali già presenti in tali società. La ricchezza petrolifera, difatti, risulta essere il detonatore per lo scoppio di altre problematiche tipiche dei paesi poveri dell'Africa e che, di conseguenza, rende la situazione ben peggiore rispetto a quei paesi che non sono in possesso dell'«oro nero».

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