Studio di un acquifero mediante metodologie geoelettriche di Elisa Pelagalli

Studio di un acquifero mediante metodologie geoelettriche

Tipologia:

Diploma di laurea

Anno accademico:

2013/2014

Coautore:
Elisa Pelagalli
Relatore:
Massimiliano rinaldo Barchi
Correlatore:
Stefano bellaveglia Matteo paolini
Corso:

Scienze Geologiche

Cattedra:

geologia 2,tettonica globale

Lingua:
Italiano
Pagine:
24
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
2.28 Mb

Descrizione Studio di un acquifero mediante metodologie geoelettriche

L’argomento della mia tesi riguarda lo studio di un acquifero mediante metodologie geoelettriche ed è stato effettuato presso la zona di San Martino in campo in provincia di Perugia, situata in un’area pianeggiante a quota 173 m s. L. M. A 500 m dal fiume Tevere. Gli obiettivi del lavoro sono lo studio di un acquifero, l’applicazione dei metodi geoelettrici attivi per la ricostruzione stratigrafica, l’applicazione dei metodi geoelettrici passivi per lo studio del gradiente idraulico. L’inquadramento cartografico è stato fatto utilizzando le seguenti carte regionali territoriali in scala 1: 10000 di San Martino in campo, la carta geologica in scala 1: 100000 e in ortofoto in scala 1: 5000. l’ubicazione dei rilievi geoelettrici lungo la quale è stato fatto il rilevamento è di 305 metri di lunghezza con direzione ovest-est. Le metodologie geoelettriche applicate sono state di due tipi: quella attiva con cui abbiamo ricavato la tomografia di resistività misurata con un sistema multielettrodico a 65 elettrodi infissi nel terreno per 20-30 cm ogni 5 metri con configurazione Wenner e collegati insieme attraverso un cavo multipolare a sua volta collegato allo strumento di misura, il georesistivimetro; mentre per la metodologia passiva abbiamo utilizzato il metodo dei potenziali spontanei con elettrodi impolarizzabili infissi nel terreno ogni 10 metri costituiti da un elettrodo di rame immerso in una soluzione satura di solfato di rame contenuta all’interno di un contenitore in porcellana poroso. A questo studio è stata affiancata una campagna piezometrica in cui è stato fatto un censimento di 5 pozzi presenti nella zona e attraverso ciò è stata realizzata una carta piezometrica che indica l’andamento della falda che diminuisce spostandoci verso il fiume Tevere in cui il gradiente idraulico si mantiene costante per delle equidistanze di 0, 5 metri tra le isopieze per esempio tra la quota 176 e 175. 5 metri sul livello del mare. Dalla elaborazione dei dati della resistività abbiamo ricavato un l’elettrostratigrafia del sito costituita da 4 orizzonti costituiti: nel primo orizzonte a valori di resistività di 40-180 ohm* mentre il secondo orizzonte b è caratterizzato da valori di 10-30 ohm*m, il terzo orizzonte c presenta valori di resistività di 30-60 ohm*m e il quarto orizzonte d è costituito da valori compresi tra 10 ohm*m-30 ohm*m. Questo profilo è poi stato affiancato alla stratigrafia di un sondaggio di un pozzo dell’Ispra situato a pochi metri di distanza dal pozzo 5 correlando i nostri orizzonti con gli strati del sondaggio e ci hanno confermato l’appartenenza dell’orizzonte a ai depositi alluvionali terrazzati pleistocenici-olocenici contenente limo sabbioso e ghiaia in matrice sabbiosa, mentre gli altri orizzonti appartenenti ai depositi fluvio-lacustri del pleistocene inferiore ed in particolare lo strato b è caratterizzato da limo argilloso grigio azzurro, il terzo orizzonte c contiene sabbia debolmente ghiaiosa e il quarto orizzonte d è costituito da limo argilloso grigio-azzurro. Dai risultati del potenziale spontaneo abbiamo ricavato due tipi di grafici. I grafici presentano sul piano delle ascisse le varie distanze orizzontali dei rilievi in metri e sulle ordinate i valori del potenziale in millivolt. Nel primo grafico è possibile individuare la presenza di un metanodotto osservato durante il rilievo in campagna ed è situato alla progressiva 280 m lungo lo stendimento ed ha influenzato l’andamento lineare del potenziale spontaneo. In questo grafico sono stati presi in considerazione tutti i punti misurati da 0 a 305 m la retta di regressione lineare presenta un valore del quadrato del coefficiente di correlazione di 0. 064 questo è dovuto al fatto che nella parte a destra del grafico cerchiata c’è una grande dispersione dei punti rispetto alla parte sinistra del grafico dove i dati sembrano seguire un certo allineamento. Questa dispersione è causata dalla presenza di un metanodotto alla progressiva 280 m. Dalle informazioni reperite probabilmente è presente un’altra tubatura che non è stato possibile collocare lungo l’asse delle ascisse. Questo potrebbe spiegare la grande dispersione dei punti per quasi metà del grafico. Nel secondo grafico invece il quadrato del coefficiente di correlazione presenta un valore di 0, 7 in cui i punti seguono un andamento lineare poiché vi sono stati tolti i punti del potenziale che ricadevano nell’area in cui il metanodotto è presente. Dall’analisi del secondo grafico si osserva come i valori del potenziale registrati a partire dall’origine della linea fino alla progressiva 180 metri si dispongono secondo un trend crescente seguendo il verso di scorrimento della falda.

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