Valutazioni oggettive di qualità di sequenze video di Matteo Marconi

Valutazioni oggettive di qualità di sequenze video

Tipologia:

Tesi vecchio ordinamento

Anno accademico:

1999/2000

Relatore:
Gianantonio Mian
Facoltà:

Ingegneria

Corso:

Ingegneria Elettronica

Cattedra:

Elaborazione numerica dei segnali

Lingua:
Italiano
Pagine:
117
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
2.29 Mb

Descrizione Valutazioni oggettive di qualità di sequenze video

Uno degli obiettivi di chi si occupa della qualità percepita dagli utenti di un qualunque sistema di trasmissione, sia esso audio che video, è quello di costruire un modello che sia in grado di riprodurre il livello di soddisfacimento degli utenti stessi. Formulato in questi termini l'obiettivo è assai ambizioso e ci si rende immediatamente conto di come sia difficile da perseguire a causa soprattutto della grande quantità di parametri in gioco, molti dei quali difficilmente si lasciano catturare da modelli matematici. Tuttavia, è possibile costruire dei modelli che diano delle utili indicazioni sul livello di qualità medio percepito dagli utenti facendo leva sulla catena di fenomeni fisici che sono coinvolti in qualunque meccanismo di percezione. Si parte cioè dall'osservazione che la percezione è sempre formata da due blocchi abbastanza ben distinti: la trasduzione e l'interpretazione dei segnali. Il trasduttore è l'organo di senso di volta in volta coinvolto, mentre l'elaborazione avviene genericamente a livello del cervello. Quindi il trasduttore si comporta nei confronti del cervello come un filtro che, tramite i fenomeni fisici da lui messi in gioco per il suo stesso funzionamento, impone dei vincoli sui segnali. L'idea è quella di studiare tali fenomeni fisici per poter capire quali siano tali vincoli in modo da poter eliminare in anticipo sui segnali forniti agli utenti ciò che comunque non verrebbe percepito. La distinzione trasduzione-interpretazione è più chiara nel caso dell'orecchio, per il quale, infatti, le varie parti dei modelli trovano una diretta spiegazione nella struttura fisica delle varie parti dell'organo di senso. Nel caso della visione questa distinzione è meno evidente e ciò rende più ardua la costruzione di un modello sufficientemente semplice che sia in grado di catturare gli aspetti significativi della percezione visiva umana. Nasce così la necessità di un approccio "euristico" che, invece di partire dal meccanismo di percezione umana, costruire un modello esaustivo e chiedersi poi sulla base del modello come venga percepita una certa elaborazione dei segnali, rovesci il punto di vista, parta dall'elaborazione fatta sui segnali e si chieda quali siano le parti più critiche di tale elaborazione dal punto di vista della percezione umana.

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