Dopo i conflitti sociali: riconciliazione e guarigione nell'esperienza sudafricana di Ludovica Genovese

Dopo i conflitti sociali: riconciliazione e guarigione nell'esperienza sudafricana

Tipologia:

Tesi di Laurea di primo livello

Anno accademico:

2005/2006

Relatore:
Adriano Zamperini
Facoltà:

Psicologia

Corso:

Psicologia

Cattedra:

Psicologia Sociale

Lingua:
Italiano
Pagine:
64
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
973.15 Kb

Descrizione Dopo i conflitti sociali: riconciliazione e guarigione nell'esperienza sudafricana

In questa esposizione si cercherà di descrivere l'esperienza della Truth and Reconciliation Commission, avvenuta in Sudafrica, dopo la fine dell'Apartheid. L'Apartheid aveva prodotto in Sudafrica un sistema sociale basato sulla divisione fra razze, dove vigeva un clima costante di terrore e in cui la violazione dei più basilari diritti umani era la norma. La TRC è stata istituita nel tentativo di risanare le tremende ferite che il regime aveva aperto e di fornire le basi per ricucire il legame fra vittime, carnefici, spettatori e comunità. La TRC è stata un fenomeno complesso, che può essere letto da diverse prospettive. Qui si cercherà di analizzarne i suoi possibili effetti a livello sociale e personale. Secondo un'ottica sociale la TRC ha avuto un ruolo importante nella ricostruzione della memoria collettiva, nell'aver rotto il silenzio portando alla luce la verità, nell'aver creato nuove narrazioni comuni basate sul rispetto e il riconoscimento reciproco e nell'aver gettato le basi per una nuova identità nazionale necessaria per una futura democrazia. Da un punto di vista più individuale la TRC ha aiutato le persone sofferenti per le ingiustizie subite dell'Apartheid, dando loro la possibilità di raccontarsi, di scoprire verità nascoste e angoscianti e restituendo loro la dignità perduta. I carnefici hanno potuto ottenere l'amnistia in cambio della loro collaborazione, processo che li avrebbe spinti, anche grazie alle pressioni sociali, a comprendere gli errori commessi, a prendersene la responsabilità e a chiedere perdono. La riconciliazione, in casi di questo genere, è sempre un lungo percorso che deve passare anche attraverso il perdono, il quale si rende necessario nel caso in cui si volessero costruire delle pacifiche relazioni sociali fra le parti. Esso, inoltre, è in grado di favorire il benessere nelle vittime e si propone, quindi, come alternativa al dolore, oltre che come strumento di pacificazione sociale. Esistono alcuni riferimenti empirici che dimostrano i positivi effetti della TRC ma non sono per nulla esaustivi e a volte danno esito contraddittorio. Manca un approccio longitudinale che misuri l'influenza che ha avuto la TRC a distanza di tempo. Di certo, infatti, il cammino verso la riconciliazione non è ancora terminato e i processi innescati dalla TRC potrebbero essere ancora attivi. In ogni caso essa potrebbe essere vista come una soluzione da esportare in altri paesi sconvolti da conflitti etnici e civili in alternativa ai tribunali penali o all'amnistia generale, che, come la storia testimonia, non hanno dato buoni frutti. La TRC è stata uno dei primi tentativi di risoluzione di un conflitto, che comprendesse ma superasse le ragioni economiche e politiche e che cercasse di intervenire a un livello più profondo: quello dei fisiologici processi sociali e psicologici dell'uomo.

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