Il saper essere del formatore - counseling e encounter group: linee per una proposta formativa di Giancarlo Bertolo

Il saper essere del formatore - counseling e encounter group: linee per una proposta formativa

Tipologia:

Tesi vecchio ordinamento

Anno accademico:

2000/2001

Relatore:
Francesco Luchi
Corso:

Scienze dell'Educazione

Cattedra:

Teoria della comunicazione

Lingua:
Italiano
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
1.31 Mb

Descrizione Il saper essere del formatore - counseling e encounter group: linee per una proposta formativa

Questo lavoro nasce da un’idea che è sorta mentre partecipavo, in qualità di allievo, a un training biennale di formazione alla “relazione d’aiuto”, in particolare, a quella specifica relazione d’aiuto definita counseling. Quest’esperienza, che sicuramente ha lasciato un profondo segno in me per i vissuti esplorati, mi ha fatto riflettere sull’importanza che ha oggi per il mondo del lavoro e del lavoratore, quindi della formazione, il “saper essere” e, in primo luogo, il “saper essere” del formatore. Quello che pertanto mi sono proposto con la seguente tesi è di riflettere su tale tematica, prospettando la significatività che il counseling può rivestire per il formatore, sia come esperienza formativa diretta alla sua crescita personale e professionale, sia come “strumento” che egli potrà applicare sul campo. Comincerò col tracciare, nel primo capitolo, un profilo della figura del formatore cercando di mettere in risalto l’importanza che, con riferimento all’odierno quadro dell’impresa e della formazione, assumono, al di là dei più “tradizionali” “saperi” e “saper fare”, le “competenze trasversali” e di “efficacia personale”: in sostanza, il “saper essere”. Tenendo presente che parlando di counseling si intende una prassi d’aiuto che, nelle sue applicazioni terapeutiche come in quelle educativo-formative, pone al centro la persona e la relazione, il secondo capitolo sarà dedicato, proprio in riferimento a questi fattori, a delineare i presupposti teorici e i relativi impliciti “pedagogici” di tale pratica, a partire dagli assunti della psicologia umanistica, dell'antropologia filosofica dialogale e fenomenologica-esistenziale. Darò, inoltre, una collocazione a tale relazione d’aiuto all'interno delle teorie della comunicazione, delineando le caratteristiche che la connotano in quanto specifica interazione comunicativa. Nell’ultimo capitolo, cercherò di delineare i tratti di massima di una prospettiva di formazione al “saper essere” del formatore. Partirò da alcune considerazioni sulla formazione degli adulti, perché il formatore è innanzitutto un adulto e perché si trova a lavorare principalmente con persone adulte. Descriverò poi, proponendo il gruppo (in particolare l’“encounter group”) quale contesto più proprio e praticabile per l’applicazione del counseling qui considerata, alcune dinamiche del gruppo e la funzione che questo può avere sia per lo sviluppo del “saper essere” del formatore, sia come luogo di manifestazione e “cura” del saper essere degli allievi. È proprio con riferimento a questi due diversi e complementari punti di vista che la relazione d’aiuto e il counseling presentano interessanti risvolti tanto per il formatore come persona, quanto per il formatore come professionista, che si occupa non soltanto di apprendimento ma anche, e soprattutto, di persone e relazioni.

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