L'Orseolo di Ildebrando Pizzetti di Federica Petrone

L'Orseolo di Ildebrando Pizzetti

Tipologia:

Tesi vecchio ordinamento

Anno accademico:

2007/2008

Relatore:
Bruno Brizi
Corso:

Lettere

Cattedra:

Forme della poesia per musica

Lingua:
Italiano
Pagine:
307
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
4.88 Mb

Descrizione L'Orseolo di Ildebrando Pizzetti

La presente ricerca si sofferma sul quinto dramma di Ildebrando Pizzetti, l'Orsèolo (1928-1935), cercando di fornire, grazie allo studio di materiale autografo e inedito, un quadro approfondito e il più possibile completo delle successive fasi creative e della posizione che questo lavoro occupa nella produzione del maestro e nella temperie musicale e culturale dell'epoca. La cronologia dell'opera, di cui Pizzetti, come gli era consueto, realizza sia il libretto che la musica, viene delineata grazie alla testimonianza di alcune lettere dello stesso musicista al critico ed amico G.M. Gatti, appartenenti alla collezione Fanan (I-TFanan, oggi presso Villa Cornoldi-Fanan di Fratta Polesine). Fra queste, una, datata 7 dicembre 1934, permette di svolgere una ricognizione attraverso le fonti consultate dal musicista per avvicinarsi alla storia e alle consuetudini della città nella quale è ambientata l'azione: Venezia. È stato così possibile circoscrivere il nucleo iniziale e propulsivo della vicenda: un fatto di cronaca avvenuto nel 1628 e narrato nella storia della Repubblica di Venezia del Cappelletti (capo XI del libro XXXVIII, intitolato Assassinio commesso dal figlio del doge contro uno de' capi del Consiglio dei Dieci). Pizzetti ha, poi, abilmente trasformato, ampliato e arricchito il succinto racconto dello storico aggiungendo numerosi particolari narrativi sparsi qua e là nei frequenti dialoghi a due, modificando il finale e rendendolo così aperto alla soluzione del suo dramma. Egli ha voluto che la vicenda si svolgesse durante la guerra di Candia (1645-1669), sullo sfondo di una civiltà in declino e ha conferito alle varie figure profondità psicologica e spessore morale. Segue uno studio sulla lingua e la metrica del testo poetico (capp. IV-V-VI). Esso è inizialmente incentrato sull'analisi degli autografi del libretto conservati presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. La presentazione dei numerosi tagli e rifacimenti consente di valutare con agio i diversi periodi di realizzazione del libretto e l'intento del compositore nell'apportare le modifiche alla prima stesura, ultimata il 16 ottobre 1931. Pizzetti elimina alcuni particolari di carattere lacrimoso non indispensabili alla trama e numerose amplificazioni di immagini stilisticamente ridondanti. Emerge la ricerca di una maggiore sobrietà scevra il più possibile di cedimenti al sentimentale e al patetico, elementi, tuttavia, ravvisabili, in certa misura, ancora nella versione definitiva. Il linguaggio si rivela sospeso tra la riproposizione di cliché melodrammatici e il bisogno di concretezza, mentre qua e là affiorano tessere lessicali e sintattiche più ricercate, dovute all'influsso della letteratura primo-novecentesca (D'Annunzio, Pascoli, Carducci). Queste ultime, in particolare, sono state individuate grazie a LIZ (Letteratura Italiana Zanichelli, cd-rom dei testi della letteratura italiana, a cura di Pasquale Stoppelli ed Eugenio Picchi, Bologna, Zanichelli, 2006). Nel penultimo capitolo ci si sofferma sull'accoglienza tributata al dramma dalla critica musicale dell'epoca all'indomani della prima al maggio fiorentino del '35 e si cerca, inoltre, di mettere in luce, con l'ausilio di esempi musicali tratti dall'Orsèolo stesso, alcuni aspetti caratterizzanti della scrittura pizzettiana, come, per esempio, l'uso di temi collegati per lo più alla condizione interiore dei personaggi, la loro natura ossessiva, il ripresentarsi continuo, sotto mutate forme armoniche, di un'idea che costituisce lo sfondo incombente di una situazione drammatica. Il ricorrere di questi motivi si intreccia con altri elementi tipici e altrettanto reiterati del tessuto orchestrale pizzettiano, quali il pedale, i ritmi ostinati o il disegno del basso discendente per grado congiunto cromatico o diatonico. La tesi è chiusa da una breve descrizione dei documenti riguardanti musica e messinscena: la partitura autografa della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, la partitura manoscritta da noleggio conservata all'interno dell'Archivio Storico Ricordi, presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano (da essa venne ricavata la partitura a stampa oggi alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, datata 1941) e le disposizioni sceniche anch'esse appartenenti all'Archivio Storico Ricordi. In particolare, i tagli segnalati nelle due partiture danno un'immagine oggettiva degli allestimenti del dramma dalla prima nel 1935 fino alle due rappresentazioni del 27 novembre 1941 e del 22 settembre 1942. Le disposizioni sceniche sono un documento composito che vede la luce, nella concreta veste con la quale è giunto fino a noi, tra l'estate del 1935 e il marzo del 1941. Esso si rivela interessante per la minuziosa definizione degli ambienti e delle attitudini psicologiche dei personaggi e, inoltre, la presenza della traduzione manoscritta e di frequenti appunti in tedesco ne fa una testimonianza dell'allestimento avvenuto il 30 marzo 1941 presso l'Opernhaus di Colonia.

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