Il settore dei videogiochi: tra industrie a rete e mondi virtuali

Il settore dei videogiochi si rivela un caso di studio particolarmente interessante sotto il punto di vista economico per svariati motivi. La sua duplice natura lo rende contemporaneamente un ottimo esempio delle dinamiche che guidano il funzionamento delle industrie a rete e delle problematiche che colpiscono il processo produttivo di un'industria culturale. I due rami che compongono il settore, infatti, rispondono a logiche piuttosto distanti tra loro. La produzione hardware (in particolare delle console) presenta, infatti, tutte le caratteristiche di un'industria a rete: la fondamentale importanza ricoperta dalla formazione di una solida base di utenti, la formazione di effetti di rete diretti e indiretti in grado di condizionare l'andamento del mercato, la necessità di controllare la tecnologia proprietaria e al contempo di generare switching cost per disincentivare il passaggio della clientela a una tecnologia concorrente. D'altra parte, la produzione di software è profondamente caratterizzata, al pari di quella di altri prodotti culturali come libri e film, dalla gestione del rischio che incombe su ogni progetto, a partire dalla fase di ideazione fino a quella di distribuzione. I diversi attori in campo ricorrono, dunque, a strategie tese alla minimizzazione del rischio o alla minimizzazione della sua percezione: la creazione di giganti industriali, frutto della diffusa politica di integrazione orizzontale e verticale, e il sempre più intenso sfruttamento di intellectual property già conosciute dal grande pubblico rischia, però, di inaridire la vena di creatività che le diverse industrie del videogioco nazionali hanno saputo nutrire, grazie anche al contributo di esperienza e professionalità assorbite dai vicini settori del fumetto, del cinema e dell'animazione. La commistione di elementi provenienti dalle industrie a rete e altri spiccatamente culturali produce, però, alcuni fenomeni unici che accrescono ulteriormente il valore dell'industria videoludica come argomento di studio. L'emersione di contaminazioni culturali nello sviluppo del ciclo di vita del prodotto tecnologico causa, ad esempio, differenze impreviste nell'andamento di generazioni tecnologiche poco distanti nel tempo. Inoltre, la particolare formazione del mercato consente il rilevamento di effetti di rete a livello di mercato in una situazione di incompatibilità tecnologica tra i competitors, fenomeno piuttosto raro. Tuttavia, l'interesse più contingente verso l'analisi del settore dei videogiochi risiede nel carattere di innovatività connesso al segmento dei mondi di gioco virtuali persistenti. La profondità del sistema economico implementato in questi mondi appare sorprendente ma ancora più sorprendenti sono i legami che congiungono economie virtuali ed economie reali, rendendo di fatto i mondi virtuali simili a piccole nazioni la cui valuta nazionale viene scambiata con quelle di altre nazioni (reali) secondo un tasso di cambio in continuo aggiornamento. Non mancano, tuttavia, i riflessi negativi, sia sotto forma di alterazioni dei normali processi economici interni ai giochi sia nelle possibilità offerte ad attività borderline che possono sfuggire ai controlli fiscali a cui sono soggette le normali transazioni tra nazioni. Non bisogna, infine, trascurare come il defluire dell'attività videoludica sulla rete internet abbia di fatto anticipato la tendenza verso la virtualizzazione dei beni e delle transazioni economiche, tracciando la strada che sarebbe stata in seguito battuta da marketplace multimediali, social network e siti di ecommerce. Per ultimo, ma non certo per minore importanza, va sottolineato come le industrie videoludiche più forti a livello mondiale siano sorte in luoghi dove l'eccellenza tecnologica ha saputo coniugarsi con una mentalità aperta all'innovazione, disposta ad affrontare rischi imprenditoriali contando più sul valore delle idee che sulla forma.