Monitoraggio della popolazione di Camoscio delle Alpi (Rupicapra rupicapra rupicapra) nel Parco Nazionale della Val Grande  di Elisa Babbini

Monitoraggio della popolazione di Camoscio delle Alpi (Rupicapra rupicapra rupicapra) nel Parco Nazionale della Val Grande

Tipologia:

Diploma di laurea

Anno accademico:

2005/2006

Relatore:
Guido Tosi
Correlatore:
Adriano Martinoli
Corso:

Scienze Forestali ed Ambientali

Cattedra:

Analis e gestione delle risorse naturali

Lingua:
Italiano
Pagine:
71
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
5.62 Mb

Descrizione Monitoraggio della popolazione di Camoscio delle Alpi (Rupicapra rupicapra rupicapra) nel Parco Nazionale della Val Grande

Il Parco Nazionale della Val Grande, istituito nel 1991, è sottoposto alle norme previste dalla legge 394/91 e quindi ha il "fine di garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale”. Per questo motivo nel 2005 e nel 2006 sono stati svolti due monitoraggi mediante block census del Camoscio delle Alpi (Rupicapra rupicapra rupicapra). La specie rappresenta una componente significativa nel territorio sia come consistenza numerica che come importanza ecologica e sociale. Nella fase antecedente al conteggio vero e proprio, è stato effettuato uno studio preliminare attraverso la raccolta di dati secondari, ossia di informazioni di vario tipo sulla presenza del camoscio dal 1998 al 2005. Questa ricerca, che ha portato la localizzazione di 2.171 individui, ha permesso di avere un quadro abbastanza preciso sulla distribuzione della specie. Per svolgere nel modo opportuno il conteggio, il territorio è stato suddiviso in 57 porzioni di limitata estensione, denominate parcelle di rilevamento faunistico, e ai rilevatori è stata consegnata una scheda munita di carta geografica 1: 10.000, nella quale indicare il tipo di individuo osservato e la sua localizzazione. In entrambi gli anni, il Parco è stato diviso in due settori, uno nord-occidentale e uno sud-orientale: il 15 e il 16 novembre 2005 è stata censita la porzione nord-occidentale con l'ausilio di 21 rilevatori; due settimane più tardi, il 31 novembre e l'1 dicembre, è stata monitorata la parte sud-orientale con la partecipazione di 18 rilevatori. In tutto sono stati contattati 691 individui. Nel novembre 2006 (il settore nord-occidentale è stato censito il 6 e il 7 novembre, quello sud-orientale il 13 e il 14 novembre) sono stati totalizzati 28 percorsi che hanno permesso il conteggio di 741 camosci. Le analisi effettuate hanno evidenziato le similitudini tra la popolazione censita nel parco e la struttura di una popolazione teorica all'equilibrio. Inoltre, tra la suddivisione in sesso e classi d'età degli individui monitorati nel 2005 e nel 2006 non sono state riscontrate particolari differenze; in entrambi i casi però i risultati sono da considerarsi delle sottostime. Un'ulteriore analisi è stata fatta con l'ausilio di una carta sull'uso del suolo: da qui è emerso che la distribuzione, non del tutto omogenea, mostra concentrazioni di individui maggiori in zone caratterizzate da vegetazione a pascoli e pascoli rupestri. In conclusione, il camoscio si è rilevato una specie ben contattabile all'interno del Parco, presente con medio-alte consistenze, ben distribuita e con un alto valore sociale.

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