Berlino, capitale del XX secolo. Riflessioni filosofiche sulla metropoli di Simmel e Döblin  di Sara Gradoni

Berlino, capitale del XX secolo. Riflessioni filosofiche sulla metropoli di Simmel e Döblin

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2007/2008

Relatore:
Marco Bertozzi
Correlatore:
Andrea Gatti
Facoltà:

Filosofia

Corso:

Filosofia

Cattedra:

Filosofia

Lingua:
Italiano
Pagine:
98
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
1.72 Mb

Descrizione Berlino, capitale del XX secolo. Riflessioni filosofiche sulla metropoli di Simmel e Döblin

Nel presente lavoro si prende in esame la concezione che il sociologo George Simmel e lo scrittore Alfred Döblin hanno dell'individuo metropolitano e del suo modo di vivere all'interno della metropoli, Berlino in particolare. I due grandi intellettuali hanno vissuto nella capitale tedesca tra il primo decennio del Novecento e gli anni della Repubblica di Weimar (1919–1933). Il tema fondamentale che li unisce è la riflessione sulla condizione umana all'interno delle metropoli, prendendo come testi principali di riferimento: Filosofia del denaro e Le metropoli e la vita dello spirito di Simmel e Berlin Alexanderplatz di Döblin. Si dimostrerà come i due autori, operanti in ambiti apparentemente diversi, possano volgere a uno stesso risultato, l'uno seguendo una via filosofica e sociologica, l'altro una più letteraria. Il nesso "tra letteratura e indagine sociologica risiede nella funzione determinante che lo spazio viene ad assumere nei confronti del concetto di individuo”. La città di Berlino rappresenta l'elemento fisico decisivo per la maturazione delle riflessioni generate dalle acute e attente osservazioni dei due intellettuali. C'è una simbiotica interrelazione tra l'uomo e la metropoli: entrambe sono entità collettive e individuali. L'uomo, come essere individuale e indipendente, fa parte anche della società come essere collettivo; senza di essa, infatti, non potrebbe sviluppare la propria personalità. La metropoli, invece, insieme di individui che formano una collettività, può prender vita come un microcosmo, un unico organismo vivente il cui cuore pulsante è alimentato dalla fiumana umana. E proprio nel romanzo di Döblin composto nel 1929, Berlin Alexanderplatz, emerge la consapevolezza che il protagonista Franz Biberkopf, esempio particolare di individuo metropolitano, vive la propria esistenza in un microcosmo che è il riflesso del microcosmo di Berlino e della sua piazza principale. Senza la metropoli, infatti, all'uomo manca una certa identità, intesa come fenomeno relazionale tra le molteplici strutture della società ma, d'altra parte, la metropoli, il cui sviluppo è cominciato con la rivoluzione industriale a partire dalla seconda metà del XIX secolo, minaccia di distruggerne l'individualità, rendendo gli uomini particelle di una società massificata. La condizione dell'individuo metropolitano si può, dunque, riassumere in due sfere, l'una intima e l'altra pubblica, da cui emerge la contraddizione insita nello spirito della metropoli: se, da un lato, il singolo uomo può esprimere se stesso nella massima individualità e libertà, dall'altro, però, egli, come entità collettiva, viene spersonalizzato e le sue relazioni sociali livellate. Tutto ciò trae origine dal dominio dell'economia monetaria, "vivaio dell'individualismo e dell'egoismo economici”. Oggi, a più di un secolo di distanza dalla pubblicazione del saggio Le metropoli e la vita dello spirito, viene riconosciuta la straordinaria intuizione di Simmel, nonché l'attualità delle riflessioni e delle tesi da lui espresse riguardanti il rapporto tra la metropoli e lo stile di vita degli uomini che vivono al suo interno. Simmel si propone d'indagare i modi con cui la personalità si modifica nell'adattarsi alle forze sociali esterne, malgrado gli individui pretendano di "preservare l'indipendenza e la particolarità del proprio essere” e gli effetti che la moderna economia monetaria provoca non soltanto sugli individui e sulla collettività ma anche sulla cultura in generale. Entrambi gli autori presi in considerazione affrontano, quindi, il problema di come rappresentare una realtà mutevole ed effimera, refrattaria all'interpretazione; Simmel ha cercato, nel suo percorso filosofico e sociologico, di trovare gli strumenti più efficaci al fine di indagare e comprendere il reale, individuandone le forme pure ed eterne alla base di ogni relazione sociale. Döblin ha trasportato sul piano letterario la dimensione metropolitana, anche se "tanto più cercherà di avvicinarsi alla realtà, tanto più la trama di rapporti su cui questa si fonda gli apparirà insondabile e soprattutto irrappresentabile”.

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