Il ruolo della musica nelle subculture giovanili
- Tipologia:
Diploma di laurea
- Anno accademico:
2008/2009
- Relatore:
- Franco Bonazzi
- Università:
Università degli Studi di Bologna
- Facoltà:
Scienze Politiche
- Corso:
Sociologia
- Cattedra:
Sociologia della comunicazione
- Lingua:
- Italiano
- Pagine:
- 65
- Formato:
- Protezione:
- DRM Adobe
- Dimensione:
- 0.96 Mb
Descrizione Il ruolo della musica nelle subculture giovanili
Arte e sociologia sono sempre andate a braccetto. Charles Wright Mills ci parla di immaginazione sociologica, ossia quella parte di pensiero che, date certe condizioni, ci permette di immaginare un determinato scenario. Si tratta di un atteggiamento mentale che porta a una sociologia capace di collegare le esperienze individuali e le relazioni sociali. L'immaginazione sociologica dà a chi la possiede l'abilità di vedere, al di là del suo proprio ambiente e della sua individuale personalità, le più ampie strutture sociali e la relazione tra storia, biografia, struttura sociale. Marshall McLuhan parla, invece, degli artisti descrivendoli come coloro che vedono più avanti degli altri, anticipando i media e immaginandosi il futuro per come sarà, rappresentandolo. "L'artista serio è l'unica persona in grado di affrontare indenne la tecnologia, perché è un esperto consapevole delle mutazioni nel campo della percezione sensoriale”. Gli artisti, quindi, sono davvero in grado di aiutarci a comprendere la tecnologia e a migliorare il rapporto con i suoi prodotti? È facile sopravvalutare l'importanza degli artisti come "precoci sistemi di allarme” per la società, come li definiva McLuhan ma è anche molto facile sottostimarne la capacità di capire le implicazioni delle tecnologie e delle tendenze emergenti, di commentarle e di generare intorno a esse pubblica consapevolezza. Qual è, dunque, la giusta chiave interpretativa in ottica sociale? Che ruolo giocano gli artisti e l'arte all'interno di particolari situazioni di vita, quali possono essere le subculture? Questa breve tesi vuole cercare di approfondire questi ultimi temi trattando una forma d'arte particolare: la musica. La scelta dell'oggetto di analisi è nata, innanzitutto, da una mia attitudine personale verso la stessa: la musica è da sempre parte imprescindibile della mia vita e ho voluto cercare di introdurla - per quanto fosse possibile - in uno studio delle subculture giovanili, con particolare riferimento al punk, altro aspetto che ha condizionato non poco sia la mia adolescenza e, seppur in modo più indiretto, tutta la mia vita seguente. Ritengo questi due concetti sociologicamente rilevanti, in quanto il primo, la musica, è una forma d'espressione dalle mille sfaccettature e forse non tutte sono ancora state sviscerate; la seconda, il punk, in quanto lo ritengo il fenomeno culturale giovanile più importante della storia, sicuramente dal dopoguerra in poi. Ringrazio il prof. Bonazzi e tutti i suoi collaboratori per l'incoraggiamento iniziale e i suggerimenti che hanno impreziosito questa tesi. Grazie, infine, a tutti i miei famigliari e ai miei amici: questo lavoro è per loro.