The Woman's Bible di Elizabeth Cady Stanton. Analisi storico-politica dell'opera di Nadia Gobbi

The Woman's Bible di Elizabeth Cady Stanton. Analisi storico-politica dell'opera

Tipologia:

Diploma di laurea

Anno accademico:

2010/2011

Relatore:
Cristiana Facchini
Corso:

Antropologia

Cattedra:

introduzione allo studio delle religioni

Lingua:
Italiano
Pagine:
49
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
0.99 Mb

Descrizione The Woman's Bible di Elizabeth Cady Stanton. Analisi storico-politica dell'opera

«The Woman’s Bible arriva come una vera benedizione per la lettrice ordinaria. Le dice che il Libro non è stato scritto dal buon dio; che la scena del giardino è una favola; che ella non ha alcuna responsabilità per le leggi dell’universo. Gli studiosi e gli scienziati cristiani non le diranno mai questo, perché hanno capito che è la chiave della situazione. Se togliamo dal quadro il serpente, l’albero da frutta, non avremo la caduta, né un giudice accigliato, né un inferno o un castigo eterno, e quindi non avremmo bisogno di un salvatore. E allora cadono i fondamenti di tutta la teologia cristiana. Questa è la ragione per la quale, in tutte le ricerche bibliche e nell’alta critica, gli studiosi non toccano mai la posizione delle donne. »All’interno del libro “In memoria di lei” di Elisabeth Schüssler Fiorenza ho trovato questa citazione, ne sono rimasta molto colpita, tanto da scegliere di avanzare uno studio in un campo a me totalmente sconosciuto: L’interpretazione della Bibbia dal punto di vista femminile. The Woman’s Bible rappresenta il primo tentativo di revisione delle Sacre Scritture, non nella sua totalità, ma solo nei passaggi in cui erano presenti le figure femminili, realizzata da un gruppo di donne legate al movimento femminile americano del diciannovesimo secolo. Schüssler Fiorenza sostiene che da quando è sorto questo movimento, dalla metà del XIX secolo fino a oggi, la Bibbia ha avuto una funzione determinante nel fondare la tesi contraria all’emancipazione femminile; la sua funzione è stata quella di legittimare il patriarcato nella società e di stabilire la sfera d’azione delle donne secondo un ruolo “divinamente ordinato”. Il dibattito sorto intorno a the Woman’s Bible, apparsa nel 1895 e nel 1898, può servire a mettere in luce sia le condizioni politiche e le implicazioni ermeneutiche dell’interpretazione femminista della Bibbia, sia l’impatto critico radicale della teologia femminista sul lavoro d’interpretazione. Elizabeth Cady Stanton, l’iniziatrice del progetto, aveva messo in evidenza due principi critici per un’ermeneutica teologica femminista: 1. La Bibbia non è un libro “neutrale”, ma un’arma politica contro la piena emancipazione delle donne, 2. I testi biblici portano l’impronta di uomini che non avevano mai visto dio né gli avevano parlato. L’autrice di the Woman’s Bible, quindi, concepiva l’interpretazione biblica come un atto politico, volto a mantenere le donne in uno stato degradato e inferiore rispetto all’uomo. Attraverso un'indagine storico-sociale ho deciso di ripercorre la storia del movimento femminista americano visto con gli occhi dell’autrice, per comprendere le motivazioni che spinsero questa donna alla realizzazione dell’opera, ponendo particolare attenzione alla sua struttura, alle scelte strategiche e alle metodologie impiegate nell’analisi della revisione dei testi biblici, per concludere con le reazioni che provocarono un libro considerato tanto “impopolare”. Il mio obiettivo sarà quello di accompagnare il lettore alla conoscenza di un testo che ha segnato l’inizio degli studi femministi sull’interpretazione della bibbia, ripresi solo a partire dagli anni settanta del ventesimo secolo.

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