Farmacoterapia dell'osteoporosi di Francesca Gandolfi

Farmacoterapia dell'osteoporosi

Tipologia:

Diploma di laurea

Anno accademico:

2009/2010

Relatore:
Giacomo Campana
Facoltà:

Farmacia

Corso:

Farmacia

Cattedra:

farmacologia

Lingua:
Italiano
Pagine:
2
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
4.77 Mb

Descrizione Farmacoterapia dell'osteoporosi

L'osteoporosi si definisce come "una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da ridotta massa minerale e deterioramento microstrutturale del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell'osso e maggior rischio di fratture". Si calcola che, nel mondo, circa 200 milioni di persone siano attualmente affette da osteoporosi. La tendenza all'allungamento della vita media e all'invecchiamento delle popolazioni, in mancanza di seri interventi di prevenzione, determinerà nei prossimi decenni un significativo aumento dei casi. Attualmente, ogni anno, in Europa e Usa, si verificano più di 2. 3 milioni di fratture da osteoporosi. Nel 1990, nel mondo, le fratture di femore sono state stimate a 1, 6 milioni; per il 2050 se ne attendono 6, 3 milioni. L'osso è estremamente dinamico infatti avvengono costantemente due processi, uno di lenta apposizione e l'altro, più rapido, di riassorbimento. Il controllo del rimodellamento osseo deriva da una complessa interazione tra sollecitazioni meccaniche, citochine, fattori di crescita ( come igf-1 e tnf-β ) e ormoni sistemici (ormone paratiroideo pth, calcitonina, vitamina d3, ormoni tiroidei, ormone della crescita, glucocorticoidi, steroidi sessuali). L’osteoporosi si determina sia per una perdita di tessuto osseo dovuta alle normali variazioni del rimodellamento osseo legate all’età, sia per l’intervento di fattori estrinseci ed intrinseci che possono amplificare questo processo. E’ accertato come l’osteoporosi sia una malattia multifattoriale, simile a molte malattie croniche la cui prevalenza aumenta con l’età. L'osteoporosi viene divisa in due tipologie: primaria (dovuta al normale invecchiamento) e secondaria (dovuta a varie cause). Il trattamento con farmaci per l'osteoporosi ha un unico obiettivo: la prevenzione delle fratture. Prima di intervenire con la terapia farmacologica bisogna cercare di seguire le norme relative a stile di vita (evitando fumo, alcool sovrappeso), ad una dieta appropriata con calcio e vitamina d, e svolgere un'attività fisica adeguata. Per la terapia ci si deve affidare a farmaci di cui è stata provata l'efficacia come ad esempio: 1. Terapia ormonale sostitutiva (tos) 2. Teriparatide: analogo a parte dell'ormone pth, stimola la formazione ossea agendo sugli osteoblasti, e si usa solo nei casi più gravi non responsivi alle altre terapie 3. Ranelato di stronzio: lo stronzio si sostituisce agli atomi di calcio a livello osseo 4. Raloxifene: modulatore selettivo del recettore estrogenico (serm) con attività di tipo agonista su osso e metabolismo lipidico e antagonista su utero e mammella 5. Denosumab: anticorpo monoclonale che regola l'attivazione e la sopravvivenza dell'osteoclasto 6. Bisfosfonati ( etidronato, clodronato, alendronato, risendronato, zoledronato) agiscono sugli osteoclasti inibendo l'attività di quelli maturi, incrementando l'apoptosi e inibendo il reclutamento e formazione di nuovi osteoclasti. Studi sui bisfosfonati: dallo studio flex emerge che un trattamento continuativo con alendronato sia da 5 che da 10 mg/d per 10 anni mantiene una massa ossea e riduce il rimodellamento confrontato ad un'assunzione discontinua dopo 5 anni. Il risultato conferma la sicurezza dell'alendronato per oltre 10 anni includendo il non aumentato rischio di fratture con un uso a lungo termine dell'alendronato. Dallo studio persist è invece emerso che tra le due terapie, con il solo alendronato o l'ibandronato associato ad un programma di sostegno, la seconda ha ottenuto risultati di perseveranza molto migliori infatti pazienti sono stati supportati, incoraggiati a proseguire l'assunzione del farmaco nonostante per questa patologia non siano chiaramente visibili miglioramenti agli occhi dei pazienti. Il diffuso impiego da oltre mezzo secolo dei glucocorticoidi, a tutt’oggi considerati i più potenti farmaci antinfiammatori e immunomodulatori, ne ha reso evidente, oltre agli effetti terapeutici, tutta una serie di effetti indesiderati, nell’ambito dei quali l’osteoporosi e le fratture sono i più frequenti (35-50%). In conclusione ci sono molti farmaci che possono rallentare l'avanzare della patologia ma non c'è una cura, pertanto i pazienti devono essere incoraggiati e spronati a proseguire la terapia farmacologica che non dà risultati evidenti nell'immediato.

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