Il federalismo fiscale: un'analisi comparata di alessia savini

Il federalismo fiscale: un'analisi comparata

Tipologia:

Tesi di Laurea di secondo livello / magistrale

Anno accademico:

2008/2009

Relatore:
Daniela Giannetti
Corso:

Scienze Politiche

Cattedra:

Analisi delle istituzioni politiche II

Lingua:
Italiano
Pagine:
106
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
2.43 Mb

Descrizione Il federalismo fiscale: un'analisi comparata

Con la legge 5 maggio 2009, n. 42, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione è stato introdotto in Italia il federalismo fiscale. L'obiettivo del lavoro è quello di analizzare le problematiche connesse all'introduzione di tale sistema. Prima di affrontare il caso italiano è parso utile fornire un quadro specifico di ciò che è accaduto in alcuni Paesi europei che hanno già adottato questo assetto fiscale. L'analisi comparata è funzionale a mettere in luce gli aspetti importanti sottesi all'introduzione del federalismo fiscale e che riguardano il riparto delle competenze, il finanziamento dei diversi livelli di governo e la perequazione. Un utile premessa ai suddetti temi fiscali consiste nel fornire un'analisi sul significato del federalismo sia nella letteratura di scienza politica, citando autori come Riker e Friedrich, sia nel pensiero economico, in Musgrave e Oates. Questo lavoro introduttivo deriva dalla considerazione dell'imprescindibilità dell'aspetto politico-istituzionale da quello economico-fiscale. I casi europei presi a riferimento supportano la tesi di suddetto legame; in ciascuno di essi, infatti, è presente una preventiva o concomitante modifica del quadro istituzionale all'introduzione del federalismo fiscale. Il primo caso è quello della Germania, il cui sistema di finanziamento presenta l'uniformità del sistema tributario in tutto il territorio nazionale, il meccanismo di partecipazione dello stato federale e degli enti di governo territoriale e locale al gettito delle principali imposte, una forte collaborazione in materia politico-tributaria tra ente federale ed enti di governo territoriale, i meccanismi di perequazione orizzontale e verticale. Come base istituzionale ritroviamo una Repubblica federale costituita da due principali livelli di governo: la federazione (Bund) e gli Stati (Lander). La Svizzera ha un sistema fiscale strettamente connesso al suo assetto istituzionale. Ci troviamo di fronte a una confederazione di Stati: ogni ente territoriale (cantoni) dispone di un proprio potere tributario; ha il pieno controllo dei loro bilanci; dispone di risorse finanziarie proprie e un autonomo potere di tassazione. La confederazione, invece, può esercitare il suo potere impositivo solo nei casi previsti dalla Carta Costituzionale. In Belgio è la legge che disciplina il finanziamento dei diversi livelli di governo facenti parte della federazione. Stabilisce i principi della responsabilità e dell'autonomia finanziaria delle comunità e delle regioni e, per garantirne il rispetto, il legislatore speciale assicura loro i mezzi finanziari con il sistema delle imposte ripartite. La disciplina dei rapporti finanziari tra Stato ed enti territoriali nel caso spagnolo è riconducibile a tre principi fondamentali: lo Stato stabilisce i tributi con legge; le comunità autonome e gli enti locali possono istituire ed esigere tributi in accordo con leggi e Costituzione; infine, qualsiasi esenzione su tributi statali può essere stabilita solo con legge. Sono previsti tre tipi di interventi perequativi: fondi di sufficienza, dell'assegnazione complementare e dei fondi di compensazione interterritoriale. Un discorso a parte è fatto per la Gran Bretagna, in cui la finanza locale è derivata da trasferimenti statali quasi per l'80%, anche se sono intervenute successive riforme e atti che hanno ridotto le sovvenzioni da parte dello Stato. Per questo motivo si può parlare di "non federalismo” inglese. L'ultima parte del lavoro si occupa del caso italiano. Dopo aver chiarito l'evoluzione storica e ideologica del federalismo in Italia e aver mostrato i passaggi istituzionali fondamentali, il lavoro mostra i tratti fondamentali della questione meridionale e, servendosi di dati statistici sul riparto delle competenze fiscali, mette in luce l'effettivo divario, non solo economico, che ancora persiste tra Nord e Sud. In conclusione, si arriverà a confrontare la realtà italiana con quella degli Stati europei dal punto di vista istituzionale, con l'intento di evidenziare perché in Italia non si può parlare di federalismo vero e proprio e perché sia ancora prematuro e difficoltoso introdurre un sistema federale efficace. Vengono messe in rilievo le principali riforme istituzionali che sono intervenute in tema di fiscalità nazionale: in particolare, il DLgs 56/00, il quale, nel tentativo di stabilizzare definitivamente la finanza regionale dopo le riforme degli anni ‘90, si basava sull'idea di abolire definitivamente i trasferimenti erariali ordinari alle regioni (principalmente, alla fine degli anni '90, quelli relativi al fondo sanitario nazionale) e di sostituirli con la compartecipazione a un robusto tributo erariale, l'IVA (com è avvenuto negli altri Paesi europei). Con il decreto si intendeva perequare, sulla base del criterio del fabbisogno, soltanto la spesa sanitaria, interpretata come unica funzione su cui esiste una ragione d'uniformità sul territorio nazionale.

€ 24.00
Download immediato
servizio Prenota Ritiri su tesi Il federalismo fiscale: un'analisi comparata
Prenota e ritira
Scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti