Scuola e Benessere

L’integrazione, le relazioni interpersonali e la comunicazione nell’istituzione scolastica sono spesso fonte di disagio, che nel caso degli studenti portano all’abbandono e al bullismo, mentre nel caso del personale possono insorgere patologie tipiche dello stress da lavoro-correlato, e ciò si ripercuote sulla sua efficienza. Il benessere a scuola, tema di estrema attualità, visto le implicazioni che ciò comporta nel contesto scolastico, può essere implementato da un’azione didattico-gestionale organizzativa incisiva del dirigente scolastico. Azioni che il dirigente scolastico deve intraprendere: 1. Piano pedagogico-didattico gli apporti teorici ed epistemologici provenienti dalla linguistica, dalla psicologia e dalla psicopedagogia considerano i processi di apprendimento della mente non come qualcosa di geneticamente immodificabile, ma come un unicum modificabile, che si adatta costantemente agli ambienti sociali e alle loro evoluzioni. Essi quindi modificano la prospettiva di azione didattica da porre in essere per migliorare il benessere scolastico. È fondamentale porre la persona al centro del processo di apprendimento, non considerandolo come un processo cumulativo di conoscenza di nozioni possedute. È necessario inoltre considerare la valutazione non solo come mera misurazione di prestazioni, ma come crescita sociale e civile, nonché personale del discente. Inoltre si deve diversificare la lezione, che non deve essere solo frontale, ma principalmente partecipata, dando ai discenti un ruolo attivo nel processo di insegnamento-apprendimento. È necessario prestare attenzione alla sfera emozionale del discente poiché i processi cognitivi, sociali ed emotivi sono tra loro interrelati e l’apprendimento viene facilitato o reso difficile dalle emozioni che ne condizionano la motivazione. Un altro obiettivo deve essere orientare lo studente per saper progettare il proprio sé e costruire la propria identità e la propria autonomia. Il costruttivismo sociale di bruner e di bachtin pone l’uomo al centro del processo di apprendimento in quanto portatore di cultura. Si deve intendere il patto di corresponsabilità come un’alleanza pedagogica tra i diversi attori della relazione educativa: scuola, famiglia, territorio. Da qui la necessità di realizzare una didattica cooperativa. Un ulteriore obiettivo è porre in essere dispositivi pedagogici e metodologie educative che favoriscono l’apprendimento autonomo e interdisciplinare (mastery learning, c. L. I. L. ). 2. Piano gestionale si deve curare il servizio fornito attraverso il controllo della qualità utilizzando il modello sgq (sistema di gestione della qualità). Il dirigente scolastico deve porre in essere una leadership partecipativa e interpersonale. 3. Piano organizzativo con l’autonomia scolastica è possibile modulare la didattica sugli stili di apprendimento del discente creando gruppi di apprendimento omogenei e personalizzando il suo apprendimento attraverso la flessibilità dei tempi e del curricolo. Un altro obiettivo è ampliare l’offerta formativa con iniziative aggiuntive, con accordi con le regioni e gli enti locali, attraverso reti di scuole. Il dirigente scolastico deve saper realizzare la cultura della collaborazione e la cultura “di” gruppo, promuovendo il cambiamento, facendo apprendere nuovi modi di fare, attraverso una leadership “fluttuante circolare” incentrata sul gruppo psicologico. (Lewin) 4. Piano normativo si realizza applicando la normativa sulla sicurezza e sulla salute ( d. Lgs. N. 81/2008, lettera circolare ministero del lavoro e delle politiche sociali 8/10/2010), che puntualizza come la tutela della salute delle persone non è solo fisica, ma anche mentale e si realizza eliminando i rischi da stress lavoro-correlato. 5. Creare una pedagogia del benessereil benessere psico-fisico della persona considerato come conditio sine qua non diventa compito di sistema dell’istituzione scolastica e si realizza attraverso una efficace conduzione pedagogico-didattica ed amministrativo-gestionale del dirigente scolastico.